Quante volte avete sentito parlare della Stagione mondana? Quante volte vi siete chieste cosa sia e quando fosse questa Stagione?
Sia che abbiate letto il mio romanzo a puntate, dove è stata solo lievemente accennata, sia che abbiate letto altri libri ambientati tra il 1700 e il tardo 1800 o visto film e serie tv sempre dell’epoca, avrete sicuramente sentito parlare della Stagione.
Durante la primavera le ragazze iniziavano la loro caccia a un buon partito, venivano organizzati i balli di debutto, le famiglie ricche, ovviamente, li volevano organizzare nella capitale, questo richiamava dalle campagne la piccola nobiltà, la gentry e ovviamente più persone si spostavano e più ne servivano. Servitori, affaristi, modiste. Le ragazze andavano a fare i loro balli, gli uomini a caccia di affari o di una buona moglie o semplicemente per divertirsi.
Se avete letto il post di venerdì sul debutto in società sapete per certo come mai i balli di Stagione erano così ambiti e sognati dalle fanciulle in età da marito.
Tutte le ragazze sognavano di accedere a questi ritrovi tra ricchi poiché era più facile accalappiare un marito di alto livello ed erano ben incoraggiate dai familiari che spendevano delle vere e proprie fortune per far fare bella figura alle giovani figlie e nipoti, visto che dovevano apparire perfette in tutte le situazioni, perché se la Stagione voleva dire grande desiderio e aspettativa poteva anche voler dire mortificazioni e suicidio sociale.
Cosa si faceva durante la stagione?
La Stagione non era fatta solo di balli e ricevimenti, c’erano altri ritrovi ed azioni importanti, una di esse era la beneficenza. Era un dovere
vero e proprio, per ogni Lady benestante, prendere parte ai ritrovi settimanali che venivano organizzati per raccogliere cibo e coperte per i poveri, o dove si poteva donare i propri abiti dismessi o oggetti preziosi inutilizzati a favore di quella o quell’altra causa. Va da sé che, come per molte di queste “opere pie”, venivano messe in atto più per mettere in luce se stesse che per il vero valore che avevano i gesti compiuti. Sicuramente erano molto poche le donne che compivano queste azioni per bontà personale.
Ovviamente c’erano le serate a teatro dove si doveva essere abbigliate e ingioiellate alla perfezione. Quando nei film vedete le dame che con il binocolo, anziché guardare l’opera spiano le dame sugli altri palchi non state assistendo a un’esagerazione scenica, gli spettacoli più ambiti erano le piece proposte dal West End Theatre.
Un’altra cosa tipica della Stagione londinese erano le corse dei cavalli ad Ascot. Per poter accedere bisognava essere vestiti in modo adeguato e soprattutto bisognava tenere un’etichetta anche più rigida di quella che si teneva a Palazzo.
Altra manifestazione di rilievo era il Chelsea Flower Show. Evento di tipo botanico con floricoltori provenienti da tutta l’Inghilterra. (Manifestazione che si tiene ancora oggi a Londra).
In fine vi era anche il Festival di Edimburgo.
Durante la Stagione, poi, c’erano molte cose da fare, passeggiate, ritrovi tra amiche, circoli del cucito, tè con le signore, la beneficenza di cui si è detto sopra, visite al porto traghetti o ai giardini Vauxhall, le visite ai poveri, le gite in campagna, ovviamente lo shopping.
E naturalmente c’era il riposo dopo i balli del mercoledì che si protraevano fino all’alba.
Oltre a queste occupazioni tranquille c’erano poi le corse clandestine con le carrozze, il gioco d’azzardo e l’alcool, con cui spesso si eccedeva.
Al giorno d’oggi le gare di tennis di Wimbledon cadono proprio durante il periodo della Stagione, il che lascia intuire da dove derivi l’origine di questa competizione sportiva.
In che periodo era la Stagione mondana?
L’inizio era tradizionalmente dopo Pasqua e terminava con l’apertura della caccia al fagiano che incominciava il 12 di agosto.
Per quella data quasi tutte le damigelle e i gentiluomini si erano allontanati dalla capitale o dalla città mondana dove erano andati a trascorrere quel periodo. Un’altra meta poteva essere Bath ad esempio.
La Stagione londinese aveva però date tutte sue, rispetto a quelle delle altre città.
Iniziava dopo Natale e terminava a metà estate. Il suo inizio coincideva con la prima Seduta del Parlamento annuale.
La Stagione Londinese
Londra era ovviamente il luogo più ambito dove debuttare e trascorrere la prima Stagione, anche se si trattava di una cosa che poteva ritorcersi contro le malcapitate damigelle inesperte o male istruite.
Gli uomini e le donne abituati a frequentare Londra erano avvezzi ad un tipo di comportamento e maniere che erano ben distanti da quelle tenute dalla piccola nobiltà terriera.
Solo le più fortunate e abili riuscivano a “brillare” durante la stagione di Londra, purtroppo era molto facile cadere vittima di pettegolezzi o dei giornali scandalistici, che purtroppo esistevano già in quell’epoca, fare anche il più piccolo passo falso voleva dire essere segnate per sempre. Mentre in una piccola città di provincia gli errori di una debuttante potevano essere lasciati correre o addirittura nemmeno notati, a Londra, le Patronesse di Almack’s non avrebbero certo perso tempo a mettere al bando la malcapitata, spargendo voci ovunque, dai balli al più piccolo ritrovo di cucito per i poveri
Il luogo più prestigioso dove debuttare e trascorrere la prima Stagione, per una ragazza era senza dubbio la capitale, ma si trattava di un’arma a doppio taglio.
La Stagione londinese era un sicuro successo per chi era davvero dell’ambiente, nobili di alto rango, figlie di ministri o di persone con cognomi importanti e con le tasche molto piene.
Ogni tanto capitava che qualche ragazza di ceto leggermente inferiore riuscisse anche a spuntare un buon matrimonio, ma erano fatti davvero rarissimi. L’alta società londinese, il Ton, non era aperto nei confronti degli estranei e specialmente dei campagnoli.
Come ci si vestiva durante la Stagione?
Durante la Stagione era imperativo rifarsi il guardaroba, sia per gli uomini che per le donne, era in assoluto il periodo in cui le modiste lavoravano di più.
Sarebbe stato impensabile presentarsi con mise datate o sfoggiare mode passate.
Vi state chiedendo da quanti capi fosse composto un guardaroba per una stagione?
Una miriade, considerando che ogni abito vedeva abbinata una quantità inimmaginabile di orprelli e accessori: dal fiocco, alla borsa, al ventaglio, alle scarpe, ai fiori da appuntare sul cappellino o lo scialle da usare in una sera più fredda.
Certo non si poteva comparire in pubblico ai balli sociali o da Almack’s con un vestito che si era già messo più volte perchè sarebbe stato sconveniente. Quindi bisognava mettere mano al portafoglio. Le sarte e le modiste delle città più frequentate facevano affari d’oro nel mese che precedeva l’apertura della Stagione e anche le sartine di periferia che lavoravano o per le ragazze del paese o per i grandi ordini delle città ricevuti dalle modiste che mandavano “in appalto” le richieste.
Era usanza, infatti, che le grandi stiliste si facessero aiutare dalle sarte meno famose compensandole per il lavoro. Insomma, ciascuno faceva del suo meglio per apparire e far apparire bello.
Anche gli uomini si rifacevano il guardaroba, rinfrescavano vecchi modelli e li adattavano alle nuove mode. Si facevano confezionare anelli e bastoni da passeggio, cappelli e guanti. In Bond Street, una delle strade dei negozi di Londra, esisteva un negozio di cappelli molto famoso che marchiava ciascuna creazione e, dal numero, si poteva risalire all’acquirente.
Ecco cosa era richiesto per partecipare con decoro ad una corsa ad Ascot:
- Ad Ascot il cappello è obbligatorio.
- Per essere presentati per la prima volta al Palco Reale occorre essere dignitosamente vestiti e sponsorizzati da qualche conoscenza dei reali o parenti della famiglia regnante, oppure da qualcuno che è stato ammesso al palco più di quattro volte.
- Se si dispone del privilegio di entrare nel Palco Reale, occorre che i gentiluomini indossino abiti neri o completi grigi da mattina abbinati a panciotto e cilindro.
- Le signore non devono mostrare troppa pelle.
- I vestiti devono esse accollati e le spalle coperte.
- Indossare un cappello e scarpe basse per essere ammesse al Palco.
Dove si viveva durante la Stagione?
Durante il periodo della Stagione le Ladies si trasferivano dai parenti che vivevano nella città prescelta, oppure tutta la famiglia prendeva in affitto una casa e vi si stabiliva. Più si voleva impressionare le persone e più si tendeva a strafare affittando case che difficilmente ci si poteva davvero permettere.
C’erano poi i più ricchi che possedevano i palazzi e le case direttamente a Londra e vi si trasferivano con tutta la servitù al seguito oppure facevano operare le assunzioni, solo per quel periodo, dal primo maggiordomo, lasciando a casa la propria servitù.
Purtroppo, per i poveri, l’abitudine di assumere personale solo per quei periodi era diffusa infatti nei periodi morti dell’anno, come l’estate, vi era un tasso di disoccupazione elevatissimo nelle grandi città.
La Piccola Stagione
La Piccola Stagione c’era solo a Londra, era tra ottobre e dicembre e avveniva in occasione della riapertura delle Camere del Parlamento dopo la chiusura estiva. Era assolutamente da evitare per il debutto in società, alla quale si doveva preferire quella primaverile, ma serviva a mettersi in mostra e a riportare l’attenzione sugli eventi della Stagione appena trascorsa, come i pettegolezzi sulle malcapitate, i fidanzamenti e i matrimoni.
A quante Stagioni si poteva prendere parte?
Non vi era un limite una volta che si era stati introdotti in società, ma per le ragazze che non avevano trovato marito, dopo la seconda, massimo terza stagione, poteva diventare imbarazzante poiché vittime di pettegolezzi e maldicenze e soprattutto accostate a fanciulle più fresche e giovani.
Una donna definita ufficialmente zitella, comunque, era un’ottima accompagnatrice per le più giovani e poteva introdurle negli ambienti e badare a loro con un occhio particolare. Erano molto ambite per la loro funzione di abili chaperon.
Una donna sposata invece partecipava alla Stagione esclusivamente per mettere in mostra se stessa e il proprio status sociale o manifestarne uno che non possedeva.
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Un sogno l’idea di avere decide di abiti per non mettere mai lo stesso più di una volta! Magari…anche se in parte questa “tradizione” è rimasta per le invitate ai matrimoni…
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Vero! Peccato che per i matrimoni spesso si finisce per comprare abiti che poi, non potendoli mettere a un altro matrimonio, non usi mai più lo stesso u.u.
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Io cerco di non mettere lo stesso più volte in un anno, ma gli anni successivi lo riciclo 😉
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…che epoca fantastica!
abiti meravigliosi, mi sarebbe piaciuto vivere in quell’epoca per indossarli!!!
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Lo stesso pure a me!
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…e invece…
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Eh, m’è andata male, che dire… Se il mio libro diventa famoso mi presento ai talk show vestita steampunk vittoriano tutto il tempo, così poi mi rinchiudono davvero!
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…invece secondo me se ti vestirai così venderai senz’altro più copie e diventerai il nostro idolo!!!
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Ahahah Ok lo farò!!!
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Ogni volta che leggo i tuoi post vengo catapultata in questa epoca bellissima. Mi sarebbe tanto piaciuto vivere lì, per partecipare a balli e indossare quei vestiti da favola! Se solo esistesse una macchina del tempo mi ci fionderei subito XD
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Eh se la scopro ti invito, io è tanto che la cerco 😀
Infatti amo così tanto quest’epoca che l’ho inserita anche nel mio fantasy facendo in modo che la terra segreta dei miei protagonisti avesse usi e costumi simili 😀
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Wooooow questo connubio tra fantasy e Vittoriano mi piace da morire!! Quando uscirà il tuo romanzo??:3
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Quando finisco l’editing e trovo una persona in grado di disegnarmi una copertina che non mi voglia imbrogliare. Ti racconto poi cosa mi è successo, robe da vergogna. (ora mi devo allontanare da pc).
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Robe da non crederci.. Gia immagino cosa possa esserti successo :S Purtroppo certa gente la serietà non sa dove sta di casa. Va bene quando torni mi dici poi! Un abbraccio 🙂
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In pratica, tra i tanti, mi sono beccata uno che ha un sito di disegni su commissione, quindi lo fa per lavoro che mi ha propinato, come bozza, prima un’immagine minuscola, dove manco si vedeva la faccia, formato fototessera che se provavo a ingrandire veniva fuori tutto pixelloso. Quando gli ho d etto che non si capiva nulla mi ha tirato fuori una palla che photoshop quando esporti le immagini le rovina, e già lì mi puzzava, poi alla fine me ne ha mandata una più grande…. Era la foto del personaggio di un videogioco.
Roba da pazzi…
Mi voleva sfilare dei soldi proponendomi come copertina del mio libro l’immagine di un personaggio di un videogame, per la serie che poi mi beccavo pure una denuncia per violazione di copyright…
Questo è il peggiore, poi ce ne sono tanti.
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Complimenti cara Laura. Sei bravissima. Sarò un’ abitudinaria del blog. Isabella
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Molte grazie Isabella 🙂 E’ piacevole avere ospiti interessati come te 🙂
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Grazie Laura
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