Estratto ~ Il mondo che non vedi ~ Capitolo 2 ~ I Custodi degli Elementi

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In quella che a occhi ignari sembrava una casa abbandonata e in rovina, nell’entroterra veneziano, sorgeva una delle tante Divisioni dei Custodi degli Elementi: nella loro lingua i guerrieri si chiamavano laoich, e avevano sorprendenti poteri.
Un tempo, l’universo era custodito e protetto dagli Spiriti degli Elementi. In seguito ad un evento che non diede loro altra scelta, essi decisero di scegliere un gruppo di uomini dall’animo puro e dare il via a una nuova stirpe, che li aiutasse a conservare il mondo e a difenderlo da Fàs, lo spirito del quinto elemento, il signore del Vuoto.

I Custodi si dividevano in due.

I primi erano i guardiani guerrieri, il cui nome corretto nella loro lingua era laoich, e potevano usufruire dei poteri della Terra, dell’Aria, dell’Acqua e del Fuoco: ognuno di loro nasceva sotto la protezione di uno dei quattro Spiriti Superiori e governava un elemento differente.

Purtroppo le loro schiere andavano assottigliandosi: erano sì immortali per quanto riguardava l’età, ma tanti, troppi, di loro cadevano in battaglia. La cosa peggiore era che, mentre della loro stirpe si poteva solo nascere, Fàs aveva la facoltà di attingere a un esercito infinito e in continua proliferazione: gli umani. Li catturava, corrompeva e condannava al suo servizio fino alla morte.

I secondi erano i residenti, detti saoranaich.

I saoranaich erano parte integrante della loro società: senza di loro non ci sarebbero state le tenute, i giardini, i guaritori, i pasti pronti nelle cucine e via dicendo. Purtroppo i loro poteri erano fievoli e appena sufficienti a coprire le mansioni cui si dedicavano: la forza degli elementi in loro era debole, e non potevano diventare laoich né ricevere il flusso di rigenerazione per l’immortalità.

Conducevano una vita molto simile a quella degli umani, e anche se non contraevano le stesse malattie morivano comunque di vecchiaia.

Tra di loro vi erano anche gli Illusionisti, i cui poteri erano più forti e che, anche senza essere guerrieri, quando erano particolarmente dotati partecipavano alle battaglie per destabilizzare i nemici con le loro potentissime illusioni.

Le Divisioni erano i centri operativi dei Custodi nel mondo degli umani: invisibili agli occhi di chi ci passava per caso grazie ai potenti incantesimi degli illusionisti, erano abitate da un Maestro scelto, che le comandava e coordinava, e dai giovani laoich che erano selezionati per essere posti sotto la tutela di quel Maestro.

Lì viveva Aidan, un promettente laoich dotato di grande coraggio che molti, compresa la sua sorellastra Mavi, chiamavano simpaticamente “Desiderio di morte”.

In realtà ad Aidan la vita piaceva e non desiderava per nulla morire, ma non avrebbe mai permesso a nessuno di rischiare per lui: in passato era già successo che qualcuno morisse per salvarlo e, se allora era troppo giovane per impedirlo, adesso era un guerriero fatto e finito, e non avrebbe mai permesso a nessuno di trovarsi in prima linea al posto suo.

Aidan quel giorno era di riposo, ma purtroppo quella era una parola che lo urtava profondamente. Non capiva cosa ci fosse di riposante a non poter fare quello che più gli piaceva: andare a stanare i nemici e sterminarne più che poteva. Il Maestro invece aveva decretato che c’era un tempo per tutto e che, almeno un giorno a settimana, dovevano evitare di combattere e dedicarsi a qualcosa di diverso per sgombrare la mente, lasciare penetrare nelle loro vite altro oltre la violenza, e un sacco di balle spirituali che a lui non interessavano minimamente.

Mavi, la sua adorata sorella acquisita, invece, sapeva bene come sfruttare quelle giornate: partiva diritta per Venezia e si dava allo shopping sfrenato. Cosa se ne facesse degli abiti degli umani per Aidan era un mistero. Loro avevano i loro abiti e le loro tenute, cucite tutte a mano dai loro tessitori, e non indossavano nulla che provenisse dal mondo degli umani. L’unico sospetto di Aidan era che Mavi avesse un debole per la moda degli inops, come chiamavano gli umani nella loro lingua, e che desse il tormento a qualche tessitore perché riproducesse gli abiti che riportava dalle sue incursioni nei negozi.

Stufo di stare sdraiato sul letto a leggere, Aidan decise di andare nella sala di controllo a fare compagnia a Brian: se non altro potevano “tenersi la mano” in quella giornata di noia estrema.

Brian non era a riposo, ma gli toccava il turno ai sistemi di sorveglianza, il che era quasi irritante come essere a riposo. La differenza era che, durante i turni di guardia, anziché combattere bisognava avvisare gli altri, che erano in ricognizione, se in qualche punto della città era rilevata attività sospetta, per poi continuare a stare lì a fissare gli schermi come se niente fosse.

Forse era addirittura più frustrante che fare il turno di riposo: almeno non eri tenuto a sapere dove ci fossero dei nemici e a riferirlo agli altri, aspettando che loro facessero il lavoro al posto tuo.

Aidan davvero non riusciva a capire perché Erskine, il Maestro, non prendesse qualche saoranaich per quel compito barboso, visto che loro non sarebbero potuti intervenire comunque (a parte giusto gli illusionisti più potenti, e si dava il caso che si contassero sulle dita di una mano).

Molti di loro erano persone sveglie e capaci, senza dei quali la loro società sarebbe crollata: per questo Aidan vedeva bene un saoranaich davanti ai sistemi di sorveglianza, e non capiva perché il maestro Erskine volesse sprecare un guerriero dietro un monitor quando uno dei saoranaich avrebbe potuto benissimo svolgere quella funzione.

Una volta, durante una discussione, aveva provato a dirglielo ed Erskine era stato seccato quanto sibillino.

«La pazienza Aidan» aveva sospirato «è una delle virtù più importanti dei più grandi guerrieri: sapere quando è il caso di fermarsi a riflettere, e quando quello di agire, ti aiuterà in futuro».

E con questo il discorso era stato chiuso e dimenticato.

Aidan passò dall’armeria per raggiungere Brian, ma si pentì subito della scelta di quel passaggio. Vedere tutte le loro armature, e i sistemi di comunicazione nuovi e pronti all’uso gli faceva venire una gran smania di togliersi quegli stupidi abiti da riposo bianchi e correre a fare ricognizione insieme a Mavi e Murchadh, che erano fuori a caccia di dooinney breun e dubhar laoich, umani corrotti e guerrieri ombra. Le schiere di Fàs che popolavano il mondo degli umani, e di cui gli umani stessi erano tanto inconsapevoli quanto in pericolo. Potenzialmente ogni umano poteva essere irretito e trasformato in un servo del Vuoto.

Brian, il Mister Muscolo della situazione, stava stravaccato davanti alla consolle con i piedi poggiati sopra uno sgabello, e stava divorando un panino enorme: anzi, ad Aidan, sembrava una baguette intera più che un panino.

«C’è movimento oggi?» Gli chiese Aidan segnalando la sua presenza.

«Niente di niente: Mavi e Murchadh girano alla cieca, per vedere se s’imbattono in qualcosa di sospetto, ma direi più che altro per far qualcosa, altrimenti sarebbero sempre fermi nello stesso posto a chiacchierare data la totale inattività odierna». Rispose Brian, riprendendo a divorare il suo spuntino.

«Beh, allora è una fortuna essere di riposo oggi, giacché non c’è niente da fare». Disse Aidan, prendendo una sedia e accostandola a quella dell’amico.

«Non hai nessuna pollastrella cui fare visita, che vieni a ciondolare da me?» Chiese Brian con un ghigno.

«Per carità, per oggi passo. Il problema delle donne è che ogni volta pensano di potermi curare o cambiare, come se ci fosse qualcosa di sbagliato in me, mentre io voglio solo divertirmi e passare oltre». Rispose Aidan sbuffando.

«Potresti andare da Kaina, lei mi sembra sempre felice di vederti». Lasciò cadere Brian malizioso.

«Non tocchiamo questo tasto; sono già abbastanza seccato per via del turno di riposo forzato, ci manca solo di parlare di Kaina». Rispose Aidan sbuffando.

«Perché? Ci sarebbe molto da dire su Kaina». Affermò Brian, facendo un sorrisino malizioso.

«Per quanto mi riguarda puoi anche provarci». Rispose Aidan seccato.

«Sul serio, amico?» Chiese Brian costernato.

«Non è certo la mia ragazza: se trovasse qualcuno che le interessa più di me ne sarei ben contento. Credimi, se tu dovessi sposarla domani non potrebbe importarmene di meno, a parte un certo dispiacere per te». Disse Aidan privo di sarcasmo.

Brian stava per ribattere, ma il suono acuto dei loro sistemi di sorveglianza lo interruppe sul nascere.

«Per la miseria, finalmente!» Esclamò, mollando il panino e rimettendosi seduto composto per concentrare la sua attenzione sugli schermi.

Ogni divisione dei Custodi degli Elementi aveva complicatissime consolle e sistemi d’allarme che segnalavano se in qualche luogo si stesse svolgendo un’aggressione, o si rilevasse dell’energia, in modo da poter intervenire, specialmente se gli attacchi erano perpetrati dalle schiere di Fàs contro gli umani. Controllavano inoltre la loro Capitale e i Quattro Regni per verificare che non vi fossero delle emergenze che richiedessero guerrieri anche dalle varie Divisioni.

Aidan balzò a sedere composto a sua volta, il fuoco della smania di combattere già in circolo.

«Che succede?» Domandò impaziente.

«Ah niente…» Rispose Brian sbuffando.

«Come niente, la consolle ha appena segnalato dell’attività…»

«Sì, ma non da parte di Fàs. È energia elementale: probabilmente è uno dei nostri, si trova in una villa abbandonata, e si starà divertendo a rimettere a nuovo il giardino» Disse Brian sbuffando.

«Come uno dei nostri?» Chiese Aidan perplesso «Non aspettiamo visite da nessuno, e poi i custodi lo sanno che non devono interferire nelle proprietà degli umani: è necessario mandare qualcuno a controllare».

«Non è necessario: Mavi e Murchadh sono già abbastanza irritati dall’inattività, ci manca solo che li mandi a fare da baby-sitter a un custode indisciplinato. Lasciamo stare». Liquidò la questione Brian.

«Vado da Erskine. Se nessuno ha voglia di andarci, ci penserò io». Disse Aidan prendendo la porta di volata.

Entrò nello studio senza bussare, ma d’altra parte le loro formalità non erano rigide come quelle degli umani.

«Erskine, c’è un segnale di forte energia elementale vicino a Venezia». Disse senza nemmeno un cenno di saluto.

«Lo so Aidan. Non dimenticare che la consolle è collegata anche a questa stanza, e che ho anche un telefono: sono costantemente aggiornato. Il fenomeno interessa la vecchia villa della famiglia Vendramin. È una casa ormai abbandonata, i proprietari sono morti da diversi mesi. Non ti nascondo che la cosa mi stupisce, poiché non sono giunte notizie di nessun Custode in viaggio verso di noi, ma non mi sembra nulla di rilevante». Rispose Erskine, senza troppa preoccupazione nella voce.

«Vorrei andare a vedere. Potrebbe essere qualcuno che ha bisogno del nostro aiuto. Non possiamo ignorare un segnale, anche se solo elementale e non del vuoto». Insisté Aidan.

«D’accordo Aidan, se ti annoi e non sai cosa fare, visto che è il tuo giorno libero, vai e divertiti, ma non portare qui dentro qualcun’altra delle tue distrazioni. Se ti vuoi divertire con le umane, fallo fuori di qui!» Esclamò Erskine seccato.

Quando si chiuse la porta alle spalle, Aidan pensò che l’umore del Maestro sembrava decisamente peggiore del solito: aveva forse litigato con Ermer?

Aidan non badava alle frecciatine che il Maestro gli lanciava a riguardo della sua vita sentimentale: Erskine era sempre seccato per la storia delle sue numerose ragazze, ma lui non poteva farci proprio niente se nessuna lo interessava. Erano solo noiose seccature, e le poche guerriere davvero valorose come lui si contavano sulle dita di una mano. Una era Mavourneen, sua sorella, che lui chiamava affettuosamente Mavi e amava profondamente.

Anche se Mavi non era sangue del suo sangue erano cresciuti insieme, e l’avrebbe protetta per sempre; l’avrebbe difesa anche dai tipi come lui, se non fosse stato che era proprio lei a essere un tipo come lui.

Poi c’era Ermer, la compagna del maestro, e definirla donna era difficile: non che fosse brutta, ma emanava una tale aura di aggressività che non si riusciva proprio a guardarla come si guarderebbe una donna, e in ogni caso era appunto la compagna del maestro.

La maggior parte delle altre donne nei dintorni erano tutte saoranaich: usavano i loro poteri per diversi scopi, come la magia per celare i loro luoghi segreti, per tessere i vestiti o creare i loro talismani, preparare gli inchiostri per i tatuaggi, alcune erano persino potenti guaritrici, ma la quasi totalità di loro lo guardava come fosse una specie di trofeo da aggiudicarsi.

Tutte volevano “curare le sue ferite” o “farlo sentire amato”, cose assurde per Aidan. Lui non aveva certo problemi di autostima e non pensava di avere nessuna ferita da curare: essere un guerriero del Fuoco era tutto ciò che gli interessava, e non pensava minimamente ad altro. Sì, ogni tanto con qualcuna di loro si divertiva, ma più per gratificazione fisica che altro. Inoltre loro lo sapevano che da parte sua non c’era nulla di più, al riguardo era sempre molto sincero: odiava le menzogne e i mezzucci, e non avrebbe mai ingannato una ragazza, anche se fosse stato solo per una notte.

Nonostante tutto, non riuscivano a togliersi dalla testa che sarebbero state le sue salvatrici, ma quello Aidan lo riteneva un problema loro, e non suo.

Con le umane era più semplice: poteva entrare nelle loro vite e sparirne alla velocità della luce, e nessuna di loro sapeva chi fosse veramente o dove trovarlo.

Andò dritto in camera sua a cambiarsi: si sfilò gli abiti bianchi da riposo alla velocità della luce per scivolare dentro una divisa. Non si aspettava di dover combattere, ma era meglio essere preparati a ogni evenienza: qualche corrotto poteva essere attirato dall’energia elementale che si stava propagando dalla villa abbandonata.

Uscendo dalla base dei Custodi degli Elementi si accorse che il sole stava per tramontare. La luce in quel freddo pomeriggio invernale era bellissima, ed ecco cosa gli dava un po’ di pace: la natura, il vento freddo sul viso e il sole che, tramontando, avvolgeva tutto in una luce calda e fredda al contempo.

Decise di materializzarsi direttamente nei pressi della villa abbandonata. Certo, avrebbe sprecato energia, ma essendo stato a riposo ne aveva da vendere. Inoltre usare la macchina e qualche imbarcazione di fortuna per arrivarci avrebbe di certo richiesto un tempo infinito, e rischiava di non trovare più nessuno ad attenderlo.

Giunto nei pressi della villa si avventurò in giardino. Sentiva come una litania melodica e invitante. Decise di ricorrere all’aiuto del suo talismano per potenziare la sua forza e, sfruttando il fuoco che era il suo elemento dominante, dissipò la sua presenza sotto forma di cenere.

L’occhio allenato di uno dei custodi avrebbe certo intravisto le sue fattezze dietro il mascheramento, e un guerriero potente lo avrebbe visto chiaramente, ma se dietro a tutto ci fosse stato Fàs poteva sfruttare la sua invisibilità per avvertire gli altri. Arrivato nel chiostro della villa dei Vendramin, ciò che vide lo sconvolse al punto che si chiese se fosse reale o un qualche inganno di Fàs.

Aidan era incantato, letteralmente incantato.

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