Quando parliamo della redingote ci riferiamo a un soprabito.
La redingote (anche, quale adattamento italiano, redingotte) è il nome in lingua francese di un capo di abbigliamento intermedio fra la robe e il mantello (robe-manteau, sempre in francese), ovvero un soprabito o cappotto legato sul davanti, aderente alla vita e lasciato libero inferiormente.
Il termine proviene dall’alterazione della locuzione originale di lingua inglese riding coat (letteralmente mantello per cavalcare) o, più probabilmente, raining coat (mantello da pioggia).
Molto in voga intorno al 1840, è stata progressivamente sostituita dalla giacca.
Numerosi tagli riferibili a questo capo di abbigliamento si sono succeduti nel corso del tempo, sia per i modelli maschili, sia per quelli femminili.
I primi modelli di redingote venivano già indossati nel Settecento, divennero presto di moda alla corte di Luigi XVI e da lì giunsero in tutta Europa.
L’aspetto originale di questa giacca può far sovvenire i moderni impermeabili. Si tratta di un incrocio tra un mantello e una robe, molto aderente sul davanti e tenuta ferma sul girovita da una cintura. L’abbottonatura poteva essere sia a doppiopetto che non. Solitamente in colore beige, ma anche blu, verde o marrone.
Una caratteristica distintiva di questo capo era la presenza di più colletti, comunemente erano due.
Il colletto interno era morbido e in tinta con l’esterno o al limite di fantasia abbinata, veniva portato rivoltato verso l’esterno dando vita a uno scollo a V. A seconda del clima lo si poteva chiudere per ripararsi dal freddo e dalla pioggia.
Il colletto interno era stretto e simile a quello di una camicia, di solito veniva lasciato aperto, raramente si abbottonava.
Sulle spalle aveva un piccola mantellina foderata dello stesso colore o fantasia del risvolto del colletto, la mantellina, in caso di pioggia, avrebbe tenuto la schiena riparata.
Considerata un indumento da passeggio e per cavalcare di solito veniva portata aperta per mostrare i fronzoli degli abiti sottostanti e il famoso fazzoletto da uomo, il cache col.
La moda di questo capo si ispirò anche alle divise degli Ussari, il corpo militare Austro-Ungarico. In questa particolare tipologia veniva decorata con trecce orizzontali molto elaborate solitamente di colore dorato.
Con l’evolversi del tempo e della moda, i modelli da uomo, iniziarono a diventare sempre più aderenti sul petto e ad avere due code sul retro trasformandosi nei primi modelli di giacca.
I modelli femminili, ad inizio Ottocento, avevano l’aspetto di un cappottone, ma con l’entrata in vigore della moda vittoriana assunsero presto un aspetto più aggraziato e femminile. Vennero applicate pince sul davanti e sul retro per evidenziare le rotondità femminili.
Poco dopo l’inizio degli anni 60 dell’ottocento la redingote si avviò verso il suo periodo di declino, presero il suo posto cappotti più moderni e giacche, per le donne venne sostituita dalla giacca all’amazzone che si abbinava bene anche con il nuovo modo di vestire dell’epoca.
Io ne ho uno simile impermeabilizzato per andare a cavallo con il tempo cge minaccia pioggia:se piove copre me e tutto il dietro della cavalla 😊 Buona giornata 😊
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Ciao cara! Buona giornata anche a te! Deve essere davvero bella
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Interessante davvero. Ciao cara Laura, buona giornata. Isabella
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Ciao Isabella! Felice giornata anche a te ❤
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Che belli così vaporosi,un bel contrasto con la vita stretta,mi piacciono molto
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Eh sì era una modo molto bella esteticamente, peccato che dannosa per il corpo per via di quanto erano stretti
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quante donne sono svenute ..erano strettissimi… poverette… e le donne in carne???
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Diciamo che il problema non era tanto la redingote, che è un cappotto, quanto il corsetto
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comunque si doveva avere un figura snella
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Di certo!
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perciò io dovevo a questi tempi fare per forza una dieta 😐
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anche io 😀
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ahahahahahah
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Adoro questi post, imparo sempre qualcosa!
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Grazie per la visita cara! Ti auguro una felice giornata!
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Ciao Lexia grazie per la partecipazione al link party e x essere diventata follower del Rifugio
Non è chiaro dal tuo commento se intendi partecipare anche al giveaway. Per partecipare anche al giveaway devi lasciare il tuo indirizzo e-mail nel commento.
Per quanto riguarda le condivisioni non sono obbligatorie ma sono molto benvenute ……
se vuoi fare un post sul tuo blog che pubblicizzare l’iniziativa ben venga, ne sarò felice
Invece invitare le tre blogger è una cosa obbligatoria e dovresti anche farmi sapere quali blog hai invitato, Grazie ancora per la tua partecipazione ed a presto
Buona giornata
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Ciao! Ti ho risposto sulla pagina e sul blog, spero vada bene.
Scusa se ti correggo, ma per non sbagliare la mail poi è lexla con la L non lexia.
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Molto bello e simpatico il tuo post complimenti !
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P.S. Ho appena votato il tuo blog in Net Parade – mi farebbe piacere se rendessi un voto in Net Parade per il Rifugio degli Elfi
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Certo, con piacere!
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Grazie mille per aver letto! Felice giornata
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Un articolo molto interessante e come sempre accurato ^^ brava davvero, complimenti…
Buona giornata ^^
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Grazie cara, come stai? Auguro un felice pomeriggio anche a te!
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Insomma… si prospetta una guarigione lunga…
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Vedrai che poco per volta andrà meglio!
Te lo dice una che credeva di non camminare più.
Io ho cinque protesi nella colonna vertebrale.
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Grazie, sei molto incoraggiante 🙂 sì, sicuramente andrà meglio!
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Ne sono certa!
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Sono sempre interessanti, i tuoi articoli, Laura… 🙂
Buon pomeriggio!
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Grazie mille Luca! Buona serata!
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Grazie Laura, buona serata anche a te!
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Molto interessante, anche la ricerca etimologica. Sei veramente brava ed accurata.
Quando ero ragazza, mia madre mi aveva cucito un soprabito redingote grigio perla, molto aderente nella parte superiore e dalla vita in giù, specialmente dietro, si allargava quasi a semiruota. Lo adoravo, anche perché ero l’unica ragazza del paese a portare un capo così “fuori moda”, poi, ero piccola e minuta e con un vitino da vespa e mi stava veramente bene.
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Grazie cara Neda! Da come la descrivi doveva essere stupenda 🙂
Hai foto?
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Purtroppo no, ma potrei trovare il modello dal quale mia madre lo aveva copiato. Se mi riesce cercherò di comunicartelo.
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Grazie!
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E’ un capo che a me piace molto, portato dagli uomini (non di adesso…anche se qualcuno ci prova), mia mamma ne cuciva moltissime alla fine degli anni ’60, ovviamente rivisitate, alle donne e le chimava robe manteau!
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Wow che bello! chissà com’erano belle quelle di tua madre!
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Mia madre aveva un piccolo atelier (forse un giorno ne parlerò nel blog), lavorava molto, ricordo un robe manteau che mi è rimasto scolpito nella memoria; l’aveva cucito per una signora, una bellissima donna che era cliente affezionata, era in primavera, il tessuto era damascato in giallo sole e panna, bottoni gioiello con perle, bellissimo. Mi è rimasto stampato nella retina! 🙂
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Mi ricordavo di aver risposto a questo commento ma non è così O_O
Ok inizio a avere seri problemi 😀
Ti auguro la buonanotte! immagino che il negozio di tua madre sarà stato bellissimo!
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Sempre interessanti questi post…buona serata
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Grazie cara Mirna!
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