30 Days Writing Challenge – Day 5

copertina

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Ciao a tutti amici! Buon giovedì! Siete pronti per fare ancora vacanza domani?

Andrete da qualche parte oppure starete a casa? Cosa pensate vi abbia portato la befana? Dolci o carbone? Siete stati bravi?

Oggi a me tocca il quinto giorno della challenge, la richiesta odierna è questa:

5- Elenca cinque luoghi che vorresti visitare

1 Londra, sempre al primo pensiero e il primo posto dove andrei, la città che amo di più al mondo.

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2 La Scozia. Il verde della Scozia è incredibile, le città meravigliose e l’aria che si respira unica.

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3 La Finlandia. Perchè amo il freddo, la neve e mi piacerebbe vedere dal vivo un’aurora boreale.

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4 I castelli della Loira. Mi piacerebbe fare la crociera sul fiume e visitare tutti i castelli.

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5 L’Alaska, una terra fredda e selvaggia e un’altra occasione per vedere le aurore boreali.

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11 thoughts on “30 Days Writing Challenge – Day 5

  1. Ciao Laura,
    è la prima volta che commento anche se ti leggo da quando avevi il vecchio blog. Ci credi che l’ho letto e riletto molte volte? era veramente divertente.

    Poi ti volevo fare i complimenti per la dedizione e concentrazione con cui ti dedichi alla scrittura. Anche quando una attività piace, bisogna sempre guardarsi dalle distrazioni. Vittorio Alfieri ne sapeva qualcosa.

    Mi permetto una piccola critica su questa sfida di scrittura. Non sono del tutto sicura che la stai prendendo nel modo più proficuo. La sensazione è che tu stia semplicemente rispondendo a delle domande. Da come la vedo io, sarebbe da scrivere un pezzo con argomento quello della “domanda” usando uno stile letterario. Lo stile potrebbe essere quello con cui si è abituati a scrivere oppure si potrebbe anche sperimentare stili diversi, visto che i pezzi possono essere brevi.

    Secondo me una sfida del genere da fare tutti i giorni è infatti un po’ impegnativa, a meno che uno non faccia solo quello. Settimanale sarebbe forse meglio.

    Però è giusto che una sfida sia un po’ impegnativa sennò che sfida sarebbe? Per cui secondo me dovresti prendere le “domande” come se fossero delle tracce per scrivere un pezzo, non come se fossero semplici domande a cui dare una risposta.

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    • Ciao Sara,
      ti ringrazio per i tuoi complimenti e per le tue parole.
      La challenge io l’ho presa da un altro blog che seguo ed era così interpretata: rispondere a delle domande personali, non inventare racconti.
      Da quel che mi è sembrato di intendere non si tratta di una sfida di scrittura nel senso di inventare mini racconti, ma di una sfida di continuità, penso sia stata inventata per blogger un po’ “pigri” per spingerli a fare post tutti i giorni, o per persone che si trovano ad affrontare un momento in cui sono prive di argomenti, per stimolarle a ritrovare la verve per portare avanti il loro sito.
      Se fosse stata interpretata come dici tu non avrei nemmeno partecipato.
      Lavorando 8 ore al giorno e scrivendo in modo non dilettantistico, ma pubblicando libri, sinceramente non trovo il tempo per inventare storielle per il blog e avrei immediatamente scartato l’iniziativa, come faccio anche quando mi invitano a partecipare a svariati contest di scrittura, non ne ho davvero il tempo e non mi va toglierne da quello che dedico ai miei libri per queste cose.
      Ho deciso di partecipare alla challenge per motivi diversi comunque da quelli per cui è stata concepita, non sono né pigra, né priva di stimoli a portare avanti il sito, ma mi sembrava carino iniziare l’anno così. Inoltre a fine mese uscirà il mio nuovo libro e sono molto presa da quello e anche per questo motivo mi sembrava carino riempire lo spazio del blog così. In questi giorni non avrei il tempo per fare le ricerche necessarie per gli articoli vittoriani, per i quali molto spesso faccio anche traduzioni dall’inglese, quindi mi sembrava un modo divertente per ovviare al problema.
      Penso sarebbe altresì carino interpretato nel modo in cui lo concepisci tu, ma se fosse un invito a scrivere mini storielle dovrebbero anche essere strutturate in maniera differente le domande, come ad esempio: “inventa una storia per descrivere cinque posti che vorresti visitare”, mentre la domanda mi sembra chiaramente: “elenca cinque luoghi che vorresti visitare”.
      Io la challenge l’ho presa qui e come vedi anche la blogger in questione l’ha fatta nello stesso modo https://ilmondodelleparole.wordpress.com/2016/11/28/30-days-writing-challenge-day-5/
      Il modo in cui lo interpreti tu sarebbe molto bello e potrebbe diventare un esercizio utile per chi ha “il blocco dello scrittore”, cosa dalla quale grazie a Dio non sono afflitta, per stimolarlo a scrivere. Magari potrei inventarne uno del genere, (che non io stessa farei per mancanza di tempo), per aiutare colleghi con il blocco.
      Ti ringrazio per aver letto anche il mio precedente blog e sono felice ti abbia divertito, lo scopo era proprio quello.
      Non l’ho chiuso io di mia volontà, purtroppo hanno proprio chiuso Splinder, la piattaforma che lo ospitava e siccome io ero poi rimasta disoccupata e non facevo più la commessa mi sembrava sciocco riaprirlo altrove per degli argomenti che poi non avrei più trattato, ho preferito cambiare completamente tema, mi dava l’idea di essere più appropriato.
      Grazie ancora per aver scritto, ti auguro un felicissimo 2017.

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      • Anni fa c’erano diversi blog dedicati alle (dis)avventure dei commessi, poi molti sono spariti o non sono più stati aggiornati. Non tutti erano ben scritti comunque. Il tuo mi piaceva perchè raccontavi bene gli aneddoti; anche alcuni episodi, che potevano essere più banali rispetto ad altri, erano ben valorizzati dalla tua scrittura. E sicuramente dimostravi anche spirito di osservazione che per uno scrittore è molto importante.

        Sì, probabilmente questa challenge è più dedicata a blogger che non hanno troppa ispirazione, che non a scrittori; siccome tu scrivi, avevo inteso la sfida come qualcos’altro. E lo dicevo ben, che la cosa è impegnativa e sinceramente non capisco come fai a fare tutto quello che fai!

        Comunque sicuramente per gli scrittori (ma anche fotografi, pittori, cuochi e quant’altro) penso possa essere utile autosfidarsi, di tanto in tanto.
        C’era una volta un tizio che aveva scritto un romanzo senza mai usare la lettera “e”. Oppure ci sono quelli che invitano a rispondere a una domanda senza usare verbi. Beh, sono esperimenti quantomeno bizzarri ma forse, se li si affronta col giusto spirito, possono essere uno stimolo per variare il proprio vocabolario o mettere insieme le parole in modi diversi; tentativi che aprono nuove strade e magari qualcosa che si è imparato può essere importato nella propria scrittura abituale.

        Tempo da avevo letto il tuo post dove raccontavi del tuo percorso di dimagrimento. Mi era rimasto molto impresso. Probabilmente per il fatto di essere autobiografico e per essere una cosa che aveva avuto su di te un forte impatto, il tuo scritto era molto bello. Diretto, senza fronzoli inutili. Trasmetteva chiarissimamente tutte le emozioni senza scadere nell’inutile enfasi. Chiarisco con un esempio: c’è una canzone triste – se il cantante la canta “normale”, vien fuori la tristezza. Se la canta in maniera triste, triste su triste vien fuori la tragedia. Una caricatura del sentimento originale della canzone. Il tuo post era giusto, era emozionante senza “stroppiare”.

        Ecco, chissà, non è che magari uno o due dei post challenge potrebbero essere su quel genere? Magari più brevi, non per forza così tanto articolati. Oddio, sembra che voglio farmi gli affari tuoi, non devono essere per forza autobiografici, potrebbero essere anche parzialmente inventati, magari sulla base di qualcosa che hai visto. Perchè ho la sensazione che tu dall’osservazione/esperienza diretta riesca a trarre grandi cose.

        Buon 2017 anche a te!

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      • Ci proverò Sara, figurati, non è questione di farsi gli affari miei, anzi è apprezzabile che mi segue sia interessato a sapere come la penso su alcune cose.
        Anche io la penso come te, caricare troppo le cose non serve a niente, qui nel blog ci sono diversi miei post di quel genere, o anche racconti a caso che vogliono trasmettere un messaggio.
        Di solito, quando scrivo i libri, io mi metto davanti al pc e scrivo, lascio scorrere completamente nelle mani quello che mi passa in testa, poi il bello, (e l’esercizio), viene dopo. La fase dell’editing è molto più lunga che quella della stesura, a volte ci dedico mesi interi. Mi piace scomporre tutte le frasi a articolare in modi diversi, ti rendi proprio conto di come suoni diversa un’affermazione, un sentimento, una descrizione. Io lo chiamo giocare con le parole. In una frase che mi piace molto ho parlato citato gli occhi almeno cinque volte, usando talmente tanti sinonimi e modi di dire che non risultava mai una ripetizione. A volte è un lavoro lungo e noioso, altre invece è divertente e stimolante. Le sfide con me stessa le faccio, spesso da sola. Ho scritto alcuni libri di generi che non mi vanno molto a genio, giusto per vedere se ero capace. Magari sono anche belli, chi può dirlo? Forse un giorno deciderò di lavoraci sopra e pubblicarli o forse resteranno solo un esercizio.
        Nel blog della commessa il mio scopo era sfruttare la mia “frustrazione” lavorativa per regalare un sorriso agli altri, fare in modo che da una cosa che mi dava noia ne uscisse una bella.
        Ho iniziato a scrivere così, da ragazzina ero vittima di bullismo e mi rifugiavo in un mondo mio dove potevo essere felice, crescendo ho deciso di donarlo agli altri con i miei libri fantasy. Se ti piace quel genere di post qui lo trovi. https://raccontidalpassato.wordpress.com/2016/02/10/su-di-me-35/

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  2. Sono prontissima … per fare un lungo fine settimana che spero sia soprattutto riposante. 🙂
    Se la Befana mi porterà qualche dolcetto sarò felice se invece mi omaggerà di un bel pezzo di carbone … pazienza, vuol dire che qualche marachella devo averla combinata!
    I cinque luoghi che hai elencato sono splendidi, tutti meritano una visita! 😉
    Buona giornata, un abbraccio da Affy

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  3. Non so bene sotto cosa vada a finire questa risposta, comunque ho letto il post linkato e mi sono ricordata che avevo letto anche quello ed era effettivamente un post molto crudo. Veramente triste ma sono contenta che hai superato con successo quel periodo. Cose del genere non dovrebbero mai succedere invece purtroppo succedono ripetutamente e con l’avvento dei social le cose sono ancora peggio, anche se il bullismo è qualcosa di cui si parla, a differenza di prima.
    Io fortunatamente non ho mai sperimentato niente del genere. Penso che parallelamente al tuo progetto fantasy (o dopo che lo avrai finito) potresti veramente scrivere dei racconti o un romanzo sul tema del bullismo. Io penso che potrebbe davvero essere di aiuto a chi si trova in una simile situazione. Forse solo chi ha provato può scriverne in maniera degna e consapevole.

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    • Sì, condivido il tuo pensiero, molti si improvvisano parlando di esperienze che non conoscono neppure, tendo a preferire, quando si parla di romanzi ambientati nella realtà, cose scritte da persone che parlano con cognizione di causa, altrimenti spesso si scade nella banalità o nel luogo comune.

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