Benvenuto Marzo ~ La Pastiera

BenvenutoMarzo

Buongiorno a tutti e buon marzo!

Quanti di voi smaniavano per l’arrivo di questo mese? Io no di certo XD

Come ben sapete non amo la bella stagione, già per me il fatto che l’inverno sia praticamente finito è deprimente, principalmente odio il caldo, la primavera non mi dispiace, ma so che preannuncia l’estate e io l’estate la sopprimerei dal mondo. Odio sudare, il caldo e l’appiccicaticcio.

Ma passiamo ad argomenti più piacevoli!

Quest’anno Pasqua cade di marzo e una cosa bella legata alla Pasqua è che mi da la scusa per mangiare un dolce che io AMO da morire e che non faccio mai perchè, come tutti i dolci, è molto calorico.

Per le feste però si può fare un eccezione e con la scusa della Pasqua io preparo la pastiera e me la mangio pure.

Vi do qualche notizia su questo fantastico dolce intanto!

2015-03-28 20.10.14

Foto della mia pastiera fatta lo scorso anno

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Foto della mia pastiera fatta lo scorso anno

Curiosità

  • Narra la leggenda che la sirena Partenope, simbolo della città di Napoli, dimorasse nel Golfo disteso tra Posillipo ed il Vesuvio, e che da qui ogni primavera emergesse per salutare le genti felici che lo popolavano, allietandole con canti di gioia. Una volta la sua voce fu così melodiosa e soave che tutti gli abitanti ne rimasero affascinati e rapiti, accorsero verso il mare commossi dalla dolcezza del canto e delle parole d’amore che la sirena aveva loro dedicato e, per ringraziarla, sette fra le più belle fanciulle dei villaggi furono incaricate di consegnarle i doni della natura: la farina, la ricotta, le uova, il grano tenero, l’acqua di fiori d’arancio, le spezie e lo zucchero. La sirena depose le offerte preziose ai piedi degli dei, questi riunirono e mescolarono con arti divine tutti gli ingredienti, trasformandoli nella prima Pastiera, che superava in dolcezza il canto della stessa sirena.
  • Si racconta che Maria Teresa d’Asburgo-Teschen, seconda moglie di re Ferdinando II di Borbone, soprannominata la Regina che non sorride mai, cedendo alle insistenze del marito buontempone, accondiscese ad assaggiare una fetta di pastiera e non poté far a meno di sorridere, e da qui nasce il termine “magnatell’na risata”(tipico detto partenopeo che sollecita le genti alla ilarità).
  • A Massaquano è tradizione nel giorno della Festa della Madonna, il martedì di Pentecoste, in ogni casa deve esserci la pastiera. Questo perché è un dolce legato soprattutto alla Pasqua e anticamente la Pentecoste era l’ultima Pasqua (prima Pasqua dell’Epifania, seconda Pasqua di Gloria o Resurrezione e terza Pasqua Rosata o delle Rose era appunto la Pentecoste). Questo era l’ultimo giorno in cui si consumava la pastiera perché il caldo, quando non c’erano i frigoriferi, non avrebbe permesso di conservarla a lungo.
  • Giambattista Basile, in La gatta Cenerentola, sesto racconto del Pentamerone, menziona la pastiera fra le delizie del banchetto finale.
  • In Campania il termine pastiera non sempre si riferisce alla pastiera pasquale, ma viene genericamente riferito a piatti, dolci o salati, confezionati ammalgamando in frittura uova e salumi con pasta (di solito spaghetti o vermicelli), arricchiti con spezie come pepe e cannella. Spesso questo piatto viene anche definito “frittata di maccheroni” ed è piatto elettivo nelle scampagnate primaverili. Più che una variante “povera”, in quanto senza ricotta, della pastiera di grano, altro modo di definire la pastiera napoletana, potrebbe essere messa in relazione con dolci più antichi confezionati con fili di mandorle o farina, sostituiti poi dagli spaghetti di grano duro.

Origini

La leggenda, che vuole la sirena Partenope creatrice di questa delizia, deriva probabilmente dalle feste pagane e dalle offerte votive del periodo primaverile. In particolare la leggenda è probabilmente legata al culto di Cerere le cui sacerdotesse portavano in processione l’uovo, simbolo di rinascita che passò nella tradizione cristiana. La ricetta attuale fu perfezionata proprio nei conventi e divennero celebri quelle delle suore del convento di San Gregorio Armeno.

Esiste anche una leggenda più “reale” che narra che dei pescatori, a causa dell’improvviso maltempo, rimasero in balia delle onde per un giorno ed una notte. Una volta riusciti a rientrare a terra, a chi domandasse loro come avevano potuto resistere in mare così tanto tempo, risposero che avevano potuto mangiare la Pasta di Ieri, fatta con ricotta, uova, grano ed aromi. Per questo motivo la Pastiera iniziò ad essere simbolo di rinascita, oltre che per gli ingredienti, perché aveva dato una seconda vita a questi quattro pescatori.

Caratteristiche

La pastiera è una torta di pasta frolla farcita con un impasto a base di ricotta, frutta candita, zucchero, uova e grano bollito nel latte. La pasta è croccante mentre il ripieno è morbido. Il colore è giallo oro molto intenso. Il profumo e il sapore cambiano a seconda delle spezie e degli aromi utilizzati durante la preparazione. Nella ricetta classica gli aromi utilizzati sono cannella, canditi, scorze d’arancia, vaniglia e acqua di fiori d’arancio. Oggi ci sono numerose variazioni alla ricetta classica che vanno dall’aggiunta di crema pasticcera nell’impasto interno, al cioccolato bianco nella pasta frolla. Nel Salernitano esiste anche una variante tradizionale ottenuta con il riso, un tempo ampiamente prodotto in loco, al posto del grano. A Mondragone in provincia di Caserta invece la Pastiera è preparata senza ricotta con tagliolini pasta fatta in casa.

Le massaie partenopee la preparano di solito il giovedì santo, il venerdì santo o il sabato santo ma ormai è presente tutto l’anno nelle migliori pasticcerie napoletane.

Oramai la Pastiera si consuma in ogni evento familiare, visto che in commercio si trovano molti ingredienti per farla più velocemente. Infatti il Grano Cotto Chirico è stato il primo ad essere commercializzato 40 anni fa in latte da 420 grammi. Oggi la qualità del grano in commercio consente di utilizzare il grano cotto per tante altre ricette.

Ricetta

Io uso questa ricetta che vi copio, non è di mia invenzione, ma del sito PASTIERA.IT

Attribuisco il pieno merito di questa ricetta al sopracitato sito, ve la copio qui per farla conoscere anche a voi!

ricetta pastiera napoletana

Ingredienti per la pasta: per 12 persone:

  • una confezioni da 1 kg. di pasta frolla surgelata (se la vuoi fare in casa clicca qui)
  • 700 gr. di ricotta di pecora
  • 400 gr. di grano cotto (si trova in scatola nei supermercati, se non lo trovi clicca qui per sapere come cuocerlo da te, oppure lo puoi sostituire con: orzo perlato che va messo a bagno la sera prima e cotto per 30 minuti o del riso a chicco tondo per dolci cotto per circa 20 minuti)
  • 600 gr. di zucchero
  • 1 limone
  • 50 gr. di cedro candito
  • 50 gr. di arancia candita
  • 50 gr. di zucca candita (si chiama”cucuzzata“) oppure altri canditi misti
  • 100 gr. di latte
  • 30 gr. di burro o strutto
  • 5 uova intere + 2 tuorli
  • una bustina di vaniglia
  • un cucchiaio di acqua di fiori d’arancio
  • pizzico di cannella (facoltativo)

Preparazione:

pastiera-ricettaFate scongelare la pasta frolla a temperatura ambiente.

Versate in una casseruola il grano cotto, il latte, il burro e la scorza grattugiata di 1 limone; lasciate cuocere per 10 minuti mescolando spesso finchè diventi crema.

Frullate a parte la ricotta, lo zucchero, 5 uova intere più 2 tuorli, una bustina di vaniglia, un cucchiaio di acqua di fiori d’arancio, e un pizzico di cannella (facoltativo)

Lavorare il tutto fino a rendere l’impasto molto sottile. Aggiungere una grattata di buccia di un limone e i canditi tagliati a dadi. Amalgamare il tutto con il grano.

Prendete la pasta frolla scongelata, o quella fatta da voi e distendete l’impasto allo spessore di circa 1/2 cm con il mattarello e rivestite la teglia (c.a. 30 cm. di diametro) precedentemente imburrata, ritagliate la parte eccedente, ristendetela e ricavatene delle strisce.

Versate il composto di ricotta nella teglia, livellatelo, ripiegate verso l’interno i bordi della pasta e decorate con strisce formando una grata che pennellerete con un tuorlo sbattuto.

Infornate a 180 gradi per un’ora e mezzo finch’è la pastiera non avrà preso un colore ambrato; lasciate raffreddare e, prima di servire, spolverizzate con zucchero a velo.

Consigli: La pastiera è ancora più buona se mangiata qualche giorno dopo. Per questo motivo nella tradizione napoletana in genere si prepara già il venerdì santo o anche il giovedì , così da essere buonissima per Pasqua, con tutti i sapori ben amalgamati.

Può esser ancora conservata altri giorni (almeno 4) rigorosamente fuori dal frigorifero, coperta da un panno bianco di lino (non dalla pellicola), successivamente può essere conservata in frigo per altri giorni.

La pastiera viene infornata nel classico “ruoto” di ferro stagnato o di alluminio,e una volta cotta, essendo fragile e friabile, per conservarla è meglio lasciarla nello stampo.

Alcune persone non gradiscono la consistenza del grano cotto troppo granuloso,  quindi lo frullano appena finito di cuocere nel latte con un frullino a immersione perché diventi liscio e omogeneo.

Il grano cotto generalmente si trova in scatola nei supermercati, se non lo trovi clicca qui per sapere come cuocerlo da te (ma è un procedimento piuttosto laborioso), oppure lo puoi sostituire con: orzo perlato che va messo a bagno la sera prima e cotto per 30 minuti o del riso a chicco tondo per dolci cotto per circa 20 minuti).

Una volta cucinata la pastiera, può essere conservata in frigo anche per 4-5 giorni.

Voi mangiate la pastiera? Vi piace? A me piace tantissimo, non vedo l’ora arrivi la Pasqua per avere la scusa per poterla mangiare, se non mi mettessi un freno potrei anche mangiarmene una intera da sola!

Fatemi sapere se la farete e come viene!

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36 thoughts on “Benvenuto Marzo ~ La Pastiera

  1. Buongiorno Laura! Anche io adoro la pastiera, più di quanto non mi piacciano le colombe. Il fatto è che la pastiera ha un gusto… unico, direi! Ti auguro una splendida giornata! ❤

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  2. Buon mese di marzo a te!
    Quante belle cose hai spiegato sulla pastiera, che conosco benissimo e apprezzo, avendo la mia figlioccia origini napoletane, tutte queste curiisità non le sapevo.
    C’è sempre da imparare. Grazie 🙂

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  3. La pastiera la conosco bene ed è uno dei miei dolci preferiti. Per Pasqua la faccio sempre, la porto in ufficio e sparisce in un colpo! 😉
    Quest’anno voglio provare la ricetta del tuo post, a giudicare dalla fotografia è super-stra-buona!
    Un abbraccio cara Laura ♥

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  4. Bellissimo post, io sono napoletana ma vivo da 16 anni in provincia di Milano, sai che la pastiera è’un dolce che non mi piace ma mi affascina davvero tanto ed è’ legato ai ricordi della mia infanzia ! Solo una cosa perdonami se te lo dico, non sono contraria alle varianti più moderne di questo dolce tipico però ti prego non suggerire la pasta frolla surgelata ! La frolla è’ la base di questo dolce tradizionale e non una qualsiasi ma
    Un’ottima frolla, scusa per l’appunto 😉notte

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