L’usanza di scambiarsi i regali in Epoca Vittoriana

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Ciao a tutti, oggi non sarò molto presente, vi lascio questo articolo programmato!

A presto!

Scambiarsi i regali in Epoca Vittoriana

downloadI regali una volta venivano scambiati per Capodanno e non per Natale, l’usanza fu cambiata nel 19esimo secolo vista l’importanza assunta dal Natale per i vittoriani. I primi tempi i regali erano più che altro dei pensierini, si trattava principalmente di: frutta, dolci, noci, oggettini fatti a mano e altre cose simili che venivano appese all’albero di Natale, con il passare del tempo, però, i regali acquisiscono sempre maggiore importanza e prende luogo l’usanza di acquistarli nei negozi, incartarli e porti sotto l’albero.Victorian_Christmas_New

A riguardo dei regali natalizi esisteva tutta una pianificazione che avveniva già diversi mesi prima, di solito ad opera di madri e figlie. Si trascorreva tempo a studiare i propri familiari per decidere quale fosse il dono più appropriato. I meno abbienti, che non potevano fare grandi spese, passavano mesi interi a realizzare i doni per i propri cari, le donne principalmente ricamavano, dipingevano, cucivano, o si dedicavano a qualsiasi altra attività manuale gli riuscisse meglio per creare il miglior oggetto possibile.

Il giorno dell’apertura dei doni cambiava a seconda delle usanze della famiglia, alcuni li aprivano la sera della vigilia, altri il mattino di Natale; il momento della giornata poteva essere uno qualunque, prima o dopo colazione, dopo la santa messa, dopo il pranzo. Era il capofamiglia, di solito il padre, a dare inizio all’apertura dei doni. Egli accendeva le candele sull’albero e ci si riuniva tutti in salotto a scartare i doni insieme.

Le idee Regalo più diffuse in epoca vittoriana

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In quegli anni segnati da ruoli ben precisi era piuttosto semplice scegliere un regalo adeguato ad ognuno, ciascuno aveva i propri compiti e propri divertimenti preferiti, eccovi alcune delle idee più diffuse.

Padre o nonnovictorian1

Ombrello, portasigari, astuccio per il tabacco con il monogramma, bretelle o pantofole.

Fratello

Un soldatino di stagno, uno slittino, un album,  un modellino ferroviario, biglie, mattoni da costruzione, una scatola porta denaro o animali di legno intagliati e dipinti.

Madre

Un abbonamento ad una rivista, Eau de Cologne,  un cuscino per spilli e aghi a forma di una fragola o di pomodoro che poteva essere utilizzato anche come decorazione per l’albero di Natale,  una sciarpa, un ditale d’argento con forbici per cucire o un ventaglio.

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Un segnalibro, una pianta, una piccola tovaglia, una cornice o un pomander.

Sorella

Un set da cucito, un manicotto, una piccola bambola di cera in una culla, nastri per capelli,un ventaglio,  un canarino o guanti.

E voi? Se foste vissuti a quei tempi cosa avreste regalato ai vostri cari? Cosa gli avreste fatto a mano o acquistato?

Buona giornata!

Laura

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20 thoughts on “L’usanza di scambiarsi i regali in Epoca Vittoriana

  1. Io mi ci ritrovo in pieno anche oggi in quell’epoca.
    Quando mia figlia era piccola, dato che aveva una caterva di cugine, tutte femmine, mi veniva facile fare i regali che, da noi, si fanno il 13 dicembre, Santa Lucia. Incominciavo a scegliere i libri adatti ad ognuna di loro, già a settembre, poi un dono fatto con le mie mani che variava di anno in anno a seconda dei gusti e dell’età, da bambole, palle o pupazzi vari, animali, il tutto fatto di stoffa che trovavo in casa, resti dei miei lavori di cucito, a portaoggetti, colletti di pizzo uncinetto o chiacchierino, asciugamani ricamati per le più grandi e, infine, un terzo regalo composto da dolcetti, cercandone di quelli non troppo usuali, completati magari da piccoli doni utili per la scuola, come colori a tempera, pennelli, pastelli, vocabolari tascabili, ecc.
    Sono stati anni molto laboriosi e divertenti. Con mia figlia preparavamo anche delle piccole decorazioni natalizie da regalare alle sue compagne di scuola, sempre fatte con materiali poveri e di recupero, come angioletti fatti da due nocciole, una piccola e una più grande incollate fra loro con le ali di cartoncino dorato, gnometti fatti di piccole pigne con un cappellino di carta o di stoffa rossa, mezzi gusci di noci come culla di un bimbo con la testa formata da un cece secco posto su un batuffolo di ovatta e coperto da un rettangolino di stoffa come lenzuolo, insomma piccole cose, senza valore, ma donate come buon augurio e le altre bambine ricambiavano con piccoli oggetti fatti da loro, sempre allo stesso sistema, magari con la pasta al sale, o di cartoncino ecc.
    Ciao Laura, buon pomeriggio.

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