Buongiorno a tutti e ben ritrovati!
Diamo inizio alla settimana con un post sulla moda! Oggi parliamo del Plastron. Vi starete chiedendo cos’è questa cosa con questo strano nome dunque non indugio oltre.
Il nome plastron deriva dall’impiego militare di questo ornamento, i due lembi della cravatta coprivano il petto nascondendo una parte di armatura che si chiamava appunto piastra, da qui il termine francese plastron.
Il Plastron nacque come “sciarpa da caccia”; un nastro in stoffa annodato intorno al collo che poteva servire in casi di emergenza per soccorrere cavalieri e cavalli: per fermare le emorragie, come per immobilizzare arti fratturati.
Il Plastron è un tipo di cravatta per uso sia maschile sia femminile; si riserva di solito alle occasioni particolarmente formali o importanti; si accoppia bene con il tight e con l’abito da giorno (morning suit).
Il plastron moderno si indossa eseguendo un particolare nodo non stretto, da fermarsi con una spilla, e serve per coprire lo sparato di una camicia maschile; ne esistono modelli variamente colorati e dotati magari di volant, pizzi, piegoline, e ricami. Il plastron può essere di tipo tradizionale, annodabile, oppure anche premontato, come già per le cravatta a farfalla, con chiusura a collare.
In ambito equestre, nel dressage il plastron è un importante accessorio nella tenuta delle amazzoni, mentre gli uomini indossano solitamente la cravatta bianca. Invece in ambito venatorio il plastron è raccomandato per tutti.
Epoca Vittoriana
Durante l’epoca vittoriana questa cravatta prenderà il nome di “cravatta Ascot” grazie alla fama dell’omonima corsa equestre.
I colori di questa cravatta, oltre al bianco immacolato potevano andare sul panna o il grigio chiaro, i lembi erano a punta e privi di ornamenti in pizzo.
Lord Brummell, da amante dei fazzoletti da collo alti e importanti fece da “maestro” per la moda con cui andavano portate queste cravatte. La parte annodata veniva rimboccata nello scollo della giacca da equitazione o della redingote e dava a questo accessorio un’aria morbida e gonfia sotto il collo. Per ovviare al problema del mantenimento della posizione e per fare in modo che il volume fosse sempre corposo si iniziarono ad usare delle spille per fissarla. La spilla doveva essere sempre modesta e poco vistosa.
Possiamo identificare la lunghezza di una cravatta Ascot come una via di mezzo tra la cravatta e il farfallino. Questo accessorio veniva indistintamente usato sia dagli uomini che dalle donne e con il passare del tempo presero piede anche nuove tinte: verde, blu e rosso. Il colore canonico per la gara di Ascot però restò sempre il grigio, sul palco reale nessuna altra tonalità era considerata accettabile.
Tutorial nodo:
Spero che questo articolo vi sia piaciuto e che possa essere anche utile ai signori uomini. Siete stanchi della solita cravatta? Provate questa!
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A me piacciono un sacco gli accessori come cravatte, foulard, sciarpe…danno sempre un tocco in più anche ad un uomo…mio marito preferisce il nodo Windsor, ma non sta bene con tutte le cravatte. Sulle donne mi piacciono tantissimo i foulard annodati in modo curato.
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Sì anche a me piacciono, devo dire che preferisco questo alla classica cravatta!!
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Bisogna saperla portare…
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Sì quello sì!
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che classe…adoro i particolari,gli abbinamenti strambi in un uomo.
peccato che mio marito,sia pari alla massa e si noti poco nel vestire
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Federico ogni tanto riesco a convertirlo e a convincerlo a usare qualcosa di particolare!
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brava brava,mio marito che potrebbe mettersi di tutto dato il figurino che si ritrova…nulla sigh!
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Per quello anche Federico. Lui mangia pure come un maiale e non prende un etto, invidia pura.
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Per me rimane quell’odioso coso bianco che mi costringevano a mettere per le gare di equitazione! Odio queste cose che ti si attorcigliano intorno al collo! Io manco porto la sciarpa d’inverno!!!!
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Guarda io non soffro molto il freddo, per mettere io la sciarpa intesa come sciarpa di lana si deve davvero schiattare, se no mi da fastidio. Foulard ecc invece li uso volentieri.
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Anche oggi ho imparato una cosa nuova leggendo il tuo bellissimo post. Mi sarà difficile convertire il mio lui a questo uso della cravatta, anche perché lui le odia proprio tutte, ma sarà un’idea per annodare le mie sciarpe leggere e sottili da portare con il soprabito o il cappotto.
Buona serata Laura.
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Sì è vero! La possiamo sempre utilizzare noi, l’effetto è sicuramente molto bello!
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Tra l’altro posseggo una spilla da cravatta adatta allo scopo!
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Ancora meglio allora!
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Che figo. Non conoscevo l’ordine del plastron o dell’Ascot.. Mi intrippano queste cose..
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Un modo un po’ diverso di portare la cravatta!
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L’ha ribloggato su Looksmart e ha commentato:
Ammetto che non sapevo si chiamasse plastron, un articolo di storia della moda che vi consigliamo vivamente di leggere,
FATELO
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