Buongiorno e buon lunedì!
Oggi un altro post sull’igiene, ma vi prometto che questo è meno raccapricciante di quello della settimana scorsa, qui si parla di abiti e pulizia della casa.
CAMBIARSI I VESTITI
Qui dobbiamo fare una sostanziale differenza tra ricchi e poveri.
I poveri di quell’epoca erano poveri veri, non come al giorno d’oggi in cui, anche se non si appartiene a una classe sociale elevata, grazie al mercato si possono avere abiti e abiti. Spesso al mercato si trovano anche abiti di grandi marche a pochi euro in quelle cestone enormi dove basta rovistare.
I poveri allora potevano essere talmente poveri da possedere un unico e solo vestito e di certo non veniva buttato via per uno strappo o un orlo scucito. Si rattoppava e ricuciva tutto e si indossava lo stesso. Le macchie di sporco o i buchi si ignoravano e si andava avanti a portare gli stessi indumenti ininterrottamente. Va da se che, se il capo di vestiario che possedevamo era soltanto uno, non lo si lavava molto di sovente e non lo si cambiava praticamente mai.
Per le persone di classe sociale elevata, nobili e ricchi borghesi, la situazione era diversa.
Si avevano innumerevoli abiti e ci si cambiava più volte al giorno. Abiti da passeggio, da sera ecc. ecc. Ciclicamente si rifaceva tutto il guardaroba, specialmente quello dedicato agli abiti da sera. Di certo non si poteva apparire a un numero eccessivo di eventi riutilizzando le stesse cose. Presto sarebbero iniziati i pettegolezzi e le persone avrebbero iniziato ad additare la malcapitata dama alla stregua di una pezzente. Bastava ben poco, in quell’epoca, perché iniziassero a circolare voci sul possibile indebolimento di un patrimonio.
Ma come venivano lavati quei meravigliosi abiti da sera delle dame?
Non venivano MAI lavati.
Quando la signora tornava dal ballo e si sfilava lo sfavillante abito da sera le cameriere provvedevano a rimetterlo in sesto.
In caso vi fossero state macchie si provvedeva a eliminarle con olio, limone, talco o bicarbonato, ma mai immergendo l’abito in acqua, semplicemente ci si armava del necessario e si smacchiava la parte interessata.
In caso vi fosse la necessità di rammendi se ne occupava qualcuno di altamente capace, di solito era la cameriera personale, o in caso di cose gravi si ricorreva direttamente alla sarta che lo aveva cucito.
Per rinfrescare l’abito, ed eliminare le tracce di sudore o dei pesantissimi profumi di cui si cospargevano le donne, si usavano degli impacchi imbevuti di acqua profumata, la più gettonata era l’essenza di rose, con cui si tamponava l’abito .
Per eliminare eventuali tracce di sporco sulle lunghe gonne si spazzolava delicatamente il tessuto.
Una volta terminata questa procedura l’abito si rimetteva a posto.
Per gli abiti da giorno, da equitazione e le tenute semplici si adottava un altro metodo.
Raramente si lavavano anche questi, visto che la tecnologia e i saponi del tempo non permettevano una particolare cura dei tessuti, si rischiava che questi perdessero lucentezza e che la lana, anche quella meglio trattata e della migliore qualità, s’infeltrisse.
Per rimuovere eventuali tracce di fango ed erba venivano spazzolati vigorosamente con spazzole in setole dure.
Il corsetto era un altro capo di abbigliamento che non si lavava assolutamente mai, anche al giorno d’oggi è altamente sconsigliato indossare un corsetto sulla pelle. È sempre meglio
metterlo sopra una camiciola o una maglia leggera, il sudore della pelle potrebbe macchiarlo e farlo puzzare e lavarlo potrebbe arrecargli danno, ad esempio rovinarne la rigidità e danneggiare le stecche.
Mi raccomando, se per caso possedete un corsetto, di quelli veri e ben fatti, con le stecche, i lacci e tutto quanto in regola, e per caso indossandolo a qualche evento lo macchiate portatelo assolutamente in lavanderia da qualcuno esperto. Per nessun motivo al mondo va messo in lavatrice o buttato in acqua come un qualsiasi indumento. Il rischio che correte è che si trasformi in qualcosa da buttare via.
Camicie, camiciole, guanti, calze, fazzoletti, colletti finti, calzini e tutta la biancheria invece venivano lavati.
Di questi panni si occupava la servitù che li lavava a mano uno per uno accertandosi di smacchiarli perfettamente. Ricordatevi che non c’era l’acqua corrente calda.
PULIZIE DI CASA
A differenza del lavarsi e della pulizia degli abiti, le pulizie di casa venivano prese molto sul serio. Quando voi pensate di esservi date davvero molto da fare a rimettere a posto nelle vostre quattro mura, probabilmente non vi siete nemmeno avvicinate alla pulizia quasi maniacale con cui venivano tenute le case un tempo.
La biancheria da letto veniva cambiata al massimo una volta a settimana, le tende una volta al mese, i pavimenti venivano incerati quasi tutti i giorni. Poi c’erano i caminetti, utilizzati per scaldare l’ambiente, che andavano costantemente tenuti puliti. Di solito erano le sguattere a occuparsi di questo compito e rimuovevano accuratamente tutti i residui di cenere. Inoltre c’era da considerare la lucidatura dell’argenteria, la pulizia maniacale che si riservava agli enormi lampadari di cristallo, il lavaggio costante dei vetri. C’erano tutti i letti da rifare, le stanze da arieggiare, la biancheria a cui far prendere aria, la polvere da togliere.
A cui non si deve dimenticare di aggiungere il costante dispiego immane di posate e porcellane di ogni genere durante tutta la giornata.
Se ci spostiamo in una famiglia più modesta o di umili origini, in ogni caso, almeno tutti i giorni si spazzava in terra, si rifacevano da zero i letti, si mettevano i cuscini e la biancheria a prendere aria, si sbattevano i tappeti e si rimuovevano la polvere e le ragnatele.
SAPONE
Il sapone di una volta non aveva assolutamente tutte le proprietà che ha adesso né tanto meno serviva davvero a disinfettare o a pulire. Ai primi dell’800 un parrucchiere londinese di nome Andrew Pears fu uno dei primi a considerare il sapone anche un cosmetico, rendendolo anche profumato.
Di solito i poveri se lo facevano da soli sfruttando la cenere o con gli avanzi della macellazione del maiale, comprese le ossa, sciolte in acqua bollente e soda caustica; raramente avevano i soldi per acquistarlo per quanto economico potesse essere. Assolveva allo scopo di dare una mano a sgrassare, ma era molto aggressivo e danneggiava la pelle a lungo andare.
Il sapone venduto nei negozi era una piccola opera d’arte. Veniva avvolto in carta colorata e messo in graziose scatolette, profumato nelle essenze più in voga, rosa e mughetto e intagliato con le più svariate decorazioni. Erano delle piccole opere d’arte ma anche questi, a livello di pulizia, erano totalmente inutili
…alla faccia della mia prima domanda quando sto per comprare un vestito nuovo: “si può lavare in lavatrice?” E non invidio minimamente chi doveva fare le pulizie di casa in quelle regge immense!
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Infatti doveva essere un vero strazio pulire quei palazzi, non invidio proprio chi nasceva povero e doveva fare da cameriere/a
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Quanto faticavano a questi tempi.. solo pensando alle povere donne che lavoravano a questi tempi come serva in cucina… le pentole, le incrostazioni… non voglio nemmeno pensare… cara Laura abbi una buon lunedì…
ecco le esami dei occhi, e tutto come prima non sono peggioramenti … ma ne anche miglioramenti… insomma aspettiamo al prossimi 6 mesi poi vedreomo…
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Bene sono contenta Rebecca che non ci siano peggioramenti! Ti abbraccio fortissimo! Hai proprio ragione, se a quei tempi nascevi cameriera la vita non era bella.
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si sono contenta per gli occhi.. ci vuole tempo che gli occhi si riprendo dopo il coma diabetico ero a 640 di glicemia…
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Riguardati Rebecca mi raccomando, non farmi preoccupare!
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non ti devi preocupare … ho tutto sotto controllo 😀
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Bene! Un bacio grande!
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Ciao. Innanzitutto il capitolo precedente non è stato “raccapricciante” ma molto interessante! A proposito di questo, una curiosità. Magari mi è sfuggito ma la cenere non veniva usata anche per il bucato? Ricordo la mia bisnonna (classe 1890 circa) che ancora preferiva quel metodo ai già disponibili saponi e alle prime lavatrici.
Grazie per l’ennesimo interessante post. Ciao, Piero
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Sì, proprio con la cenere facevano una sorta di sapone!
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Me lo ricordo ancora!
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Mi vengono sempre i brividi quando rileggo queste cose….
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Poveri vittoriani!
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E ci credo che la pulizia in casa era quotidiana, mica la facevano loro….c’èerano quelle povere creature mega sfruttate….
Sempre interessante.
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Esatto!! Voglio vedere se se lo dovevano fare loro ahahah!
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L’ha ribloggato su Salus Nova: progetto salute, obiettivo benesseree ha commentato:
Quando il sapone era naturale!!!!
Delizioso articolo da leggere tutto di un fiato!
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Amo questi tuoi articoli che mi permettono di verificare ulteriormente le mie conoscenze ^^ Brava come sempre 🙂
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Grazie mille, mi fa piacere che li legga anche tu per so quanto sei informata in merito!
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Ti ringrazio 🙂 Li leggo sempre con molto piacere ^_^ è davvero bello interagire con qualcuno che abbia la stessa passione per il vittoriano (nel bene e nel male… come sai i romanzi sono ben diversi dalla realtà) ^^ quando avrò tempo recupererò sicuramente quelli che hai già scritto ^^
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Ovviamente sì, di certo la Austen non avrebbe mai descritto una Liz dai denti marci 😀
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Ho appena immaginato la scena xD direi proprio che non poteva farlo xD
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Ahahah che cosa orribile!
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Eccomi..! Non potevo perdere un post vittoriano u.u … Sta cosa che i vestiti non si lavavano mi ha cancellato la voglia di viaggiare nel tempo 😀 E comunque c’è una cosa che mi lascia perplessa.. Ma se erano capaci di concepire l’idea che la casa pulita era meglio, come facevano a non schifarsi di non lavarsi..? scusa la noblesse oblige 😀 bacione
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Questo è un controsenso su cui mi soffermo spesso a pensare anche io, stavo in realtà cercando di documentarmi e trovare qualcosa di certo per non fare supposizioni.
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Bellissimo Mirna! Buongiorno
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Mamma mia! Chi se le immaginava queste cose!
Posso dire che mi ha fatto un certo ribrezzo leggere di come non lavavano i vestiti? L’ho detto.
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Eh il post della settimana scorsa sull’igiene personale era ancora più raccapricciante!
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No, ti prego…. non voglio immaginare! 😀
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Io sto andando a leggere, non andarci a leggere ora se no non dormi.
Ps: quando provo a clikkare sul tuo nome per andare nel tuo blog mi da pagina non esistente. Come mai? Faccio qualcosa di sbagliato? Baci e buonanotte!
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Leggerò di mattina così ho una giornata per smaltire 😉
All’inizio avevo un blog di prova, diciamo per imparare a smanettare su wp, che poi ho cancellato. Quando ho fatto tutto definitivo avevo messo il link del profilo, ma sei la seconda che mi dice sta cosa. Hai cliccato dal cellulare?
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Penso che tu non abbia corretto nelle impostazioni di Gravatar forse, non so bene. Mi ricordo che anche io avevo fatto delle prove per vedere come funzionava wordpress e avevo dovuto cancellare l’indirizzo del blog vecchio in alcuni punti altrimenti se la gente clikkava sul mio nome finiva in una pagina non esistente. Infatti se guardo l’indirizzo del tuo blog, che appare a fianco alla tua foto, visualizzando le notifiche, esce: “miobloginprova.wordpress.com”
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Si infatti era quello! Cavoli, grazie di avermi avvisata. Appena ho modo di accedere al pc vedo di mettere a posto. Grazie ❤
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Sono contenta di averti aiutata allora!
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Ok, ho sistemato, era nella sezione “utenti” di wp, in “amministrazione”. Adesso dovrebbe essere ok 😉
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Ottimo. Sì adesso mi da la cosa giusta!
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Grazie di nuovo. Mi sono segnata sul block notes come fare 😉
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🙂 ma di niente, era un po’ che te lo volevo dire e mi dimenticavo sempre!
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Figurati. 🙂
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