Igiene personale in Epoca Vittoriana

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Buongiorno a tutti e buona settimana!

f5e7f69b0695cddea7d551845f4f1668Oggi parliamo di igiene personale. Ho deciso di trattare questo argomento un po’ per la mia esasperazione dell’altro giorno per la puzzona al bar e un po’ perchè molti di voi mi hanno fatto domande su come e quanto si lavavano i vittoriani.

Iniziamo con il dire che questi post sono post reali sullo stile di vita del tempo e non romanzati, quindi rappresentano, purtroppo, la realtà. Se non volete “guastarvi” la vostra idea romantica dei nostri amici vittoriani non leggete, se invece siete curiosi di sapere la verità oltre il romanzo allora continuate pure.eb85743dc670da0f380ba9bd8e746b38

Prima di giudicarli troppo severamente considerate che comunque, a quei tempi, tante cose non esistevano, invenzioni come il phon o l’acqua calda diretta erano ad anni luce di distanza e soprattutto che molti non avevano neppure l’acqua diretta in casa, era un lusso concesso a pochi tra i più ricchi, infatti solo palazzoni e imponenti magioni dell’alta società possedevano un pozzo personale, le altre persone dovevano recarsi al pozzo del paese per prendere l’acqua e non era propriamente sempre vicino casa. Le persone di ceto più basso si lavavano direttamente in torrenti e fiumi ma, in un’epoca dove si moriva di febbre tra le persone più ricche, potete immaginare il freddo che ci fosse d’inverno e quante persone potessero avere la folle idea di immergersi in un torrente ghiacciato a dicembre, nessuna ovviamente.

Adesso che siete avvisati siete pronti a esaudire la vostra curiosità e a provare eventuale raccapriccio.

Le mani

P1030079La pulizia delle mani non era uso comune come oggi dove ci possiamo lavare le mani ogni volta che tocchiamo qualcosa per strada, che puliamo in casa ecc ecc.

Se si era poveri ci si lavava le mani al pozzo e quando si tornava a casa l’acqua non c’era.

Tra i più ricchi, a tavola, c’era l’usanza di disporre di una ciotolina con acqua  e limone, ma a livello di disinfettante non è che fosse gran cosa.

Il bagno

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Sia gli uomini che le donne usavano lavarsi almeno una volta a settimana, poi ovviamente le abitudini personali potevano leggermente cambiare. Il bagno settimanale era proprio il minimo sindacale e molti si attenevano solo a quello.

mP1AEGCRCau_DTemOOgCP4wI bagni supplementari, solitamente, erano richiesti ai propri servitori in questi due casi:

Dopo una bella cavalcata, dove si sudava molto e ci si sporcava di fango, erba, terriccio e soprattutto si impregnavano i vestiti dell’odore del cavallo;

Dopo un ballo dove si sudava a causa degli ingombranti vestiti, dell’affollamento della sala e del movimento durante la danza, soprattutto si usava anche per rilassare i piedi che venivano distrutti da quelle che erano le scarpe del tempo.

Il bagno settimanale di solito si usava farlo dopo cena. I servi avevano il compito di scaldare l’acqua e poi riversarla in una grande tinozza dove i padroni si immergevano rilassandosi nel tepore.download

I servi, una volta che i padroni avevano finito di lavarsi, con l’acqua ormai quasi fredda, potevano approfittarne e lavarsi a loro volta. Ovviamente era loro vietato sprecare altra acqua o scaldarla nuovamente.

I più poveri, come abbiamo visto sopra, avevano solo il fiume come scelta.

I capelli

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Purtroppo anche questa parte potrebbe disgustarvi, sappiamo bene che nel 700 le elaborate parrucche erano piene di pidocchi e pulci, non è strano immaginarli mentre saltano da una testa all’altra, i nostri vittoriani non erano sporchi come loro, ma ci erano vicini.

Purtroppo non esistevano i phon e il riscaldamento era quello del caminetto, le case non erano impermeabilizzate e calde come potete pensare. D’inverno i capelli si lavavano molto poco, il rischio dicapelli incorrere in una seria influenza poteva essere elevatissimo.

Immaginate queste donne dai capelli lunghissimi, a quei tempi la lunghezza dei miei capelli non avrebbe suscitato stupore come al giorno d’oggi, tutti bagnati, che venivano tamponati con asciugamani e poi spazzolati davanti al camino fino a che non si asciugavano. Potrete immaginare quanto fosse lungo il procedimento e, se una donna ricca poteva anche permettersi questo lusso, ogni tanto durante l’inverno, una donna povera si sarebbe quasi sicuramente fatta venire una broncopolmonite a stare con quintali di capelli lunghissimi bagnati.

Come venivano lavati questi capelli?

Gli uomini potevano andare anche da un barbiere, le donne invece facevano tutto in casa con la fidata cameriera personale.

Edgar Degas - Donne che si pettinanoI capelli venivano lavati nella tinozza o in un bacinella apposita, prima si utilizzava il sapone e poi si aggiungevano sostanze che aiutassero a rendere i capelli lucenti. Mughetto, caprifoglio e rosa erano le fragranze usuali degli oli, che si aggiungevano all’acqua, per profumare i capelli.

Anche l’olio di semi di lino veniva utilizzato già ai tempi per dare luce alle fluenti chiome.

Una volta terminato di lavare i capelli si tamponavano energicamente con un telo per rimuovere gli eccessiil_570xN.646443254_3fa9 d’acqua e poi si spazzolavano davanti al caminetto fino a che non erano asciutti. Questa procedura poteva essere fatta con la propria cameriera personale, dama di compagnia o sorella se se ne aveva una che viveva con sé.

Povere, contadine, serve e gente di ceto basso si lavava prioritariamente al fiume, anche i capelli, lo si faceva d’estate e si approfittava del caldo per farli asciugare dai raggi del sole.

In ogni caso non era così frequente come lavarsi al giorno d’oggi.

Igiene dentale

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Qui sfatiamo e distruggiamo proprio l’epoca vittoriana romanzata. Dove ci parlano di attraenti Marchesi dal sorriso Durbans e di Lady dai denti candidi come il latte.

C0017134 Napoleon Bonaparte's toothbrushPurtroppo non era raro che buona parte dei denti fossero marci, ingialliti e che già a 30 anni si avesse la dentiera o i denti d’oro. Non era neppure inusuale l’alito cattivo.

Per cosa riguarda l’igiene orale possiamo dire che, stranamente, erano avvantaggiati i poveri. Essi infatti non potevano seguire la stessa dieta dei ricchi, piena di cose zuccherose e grassi, seguivano una dieta più povera, per lo più composta da verdure, di conseguenza i loro denti erano meno a rischio di quelli dei signori. Un’altra piaga per i ricchi ed i problemi orali era l’alcol, cosa che i poveri non si potevano permettere, mentre un altro punto a favore della classe povera era la radice di liquirizia che i contadini masticavano di continuo e forniva un valido sostegno per l’igiene orale.toothpaste

In ogni caso sappiate che avere i denti “guasti” o l’alito cattivo era cosa comune, al giorno d’oggi inorridiamo, ma allora non era d’uso comune lo spazzolino.

Ad attribuire importanza al sorriso si iniziò dopo la metà dell’Ottocento e vennero anche inventati i primi dentifrici. Purtroppo erano più dannosi che utili poichè intaccavano lo smalto. Il composto era download (3)formato da limone e bicarbonato. Ovviamente i ricchi e i borghesi arrivarono all’uso dello spazzolino molto prima del popolino, però viste le cose di cui sopra possiamo dire che, almeno in questo, fossero quasi in pari.

Igiene intima

 

Dovete sapere che, a quei tempi, toccarsi le parti intime era considerato quasi alla stregua dellaimages masturbazione, qualcosa di sporco, disgustoso, da non fare assolutamente.  Questo valeva sia per gli uomini che per le donne.  Di conseguenza l’igiene intima era pressoché inesistente. Si evitava il più possibile di toccare quelle parti del corpo, si passava rapidamente una spugna durante il bagno, ma molto velocemente e senza particolare cura proprio per evitare di indugiare in quei “luoghi” che era vietatissimo toccare. Il fanatismo religioso a quei tempi era molto sentito.

Vaso da notte e funzioni corporali

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Bene qui ci vuole stomaco perchè andiamo sul pesante e vi svelerò un dettaglio raccapricciante sulle nostre care Lady. Insomma lasciate ogni speranza voi che entrate.

Il vaso da notte era usato sia dagli uomini che dalle donne, era munito di coperchio, grazie al cielo, e si usava sia per le feci che per l’urina. Si usava la mattina, la sera e ogni qualvolta se ne avesse bisogno durante la giornata, se si era in casa.

Quando non si era in casa: la bourdaloue

bourdaloue-boucherCosa era? Semplice, un vaso da notte portatile studiato apposta per signore.

Dobbiamo intanto dire che eredita il nome dal suo inventore, Louis Bourdaloue. Egli era un gesuita francese ed un abilissimo predicatore, tanto abile e bravo da arrivare a dire messa alla corte di Re Luigi XIV nella cappella di Versailles. Le sue prediche interminabili, però, costituivano un problema per le dame del tempo, che con tutti quei gonnelloni, sottogonne, sovragonne e infagottamenti vari dovevano abbandonare di corsa la funzione per espletare le funzioni corporali. Così, per non perdersi nemmeno un istante del bellissimo sermone il predicatore inventò la bourdaloue . Essa a prima vista potrebbeBourdaloue1741 ricordare una zuppiera, ma è un vaso portatile studiato per la donna. Erano di forma ovale, sagomata sui lati, da un lato avevano un beccuccio per poterle svuotare in modo pratico e dall’altro un manico per impugnarle. Si potevano usare da sedute o accovacciandosi leggermente. Nel 700 divennero di uso comune per tutte le donne che le portavano sempre con sé e fatto ancora più inquietante le usavano ovunque. Ai balli, a tavola, in chiesa, in carrozza. Una volta usate e riposte coperte i domestici avevano il compito di svuotarle. Immaginate che gioia doveva essere.  Sapendo che allora tutto era sfarzo potrete immaginare che non si trattava di semplici vasi da notte di candida porcellana bianca; alcune erano addirittura piccole opere d’arte in porcellane di Sèvres o Limoges.

Come si colloca in epoca vittoriana?

029-CP03.01Quando le dame andavano ai balli o a grandi eventi sociali, dove non potevano recarsi al bagno a causa degli strati su strati dei vestiti da cerimonia in cui erano infagottate, usavano la bourdaloue.

Una povera cameriera la posizionava  con discrezione tra le cosce della signora e, quando la signora aveva fatto, la toglieva e si occupava di farla sparire molto rapidamente.

Eccovi alcune bourdaloue, non riuscirete più a guardare una zuppiera antica senza chiedervi se fosse effettivamente stata una zuppiera?

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 Ed ora la parte peggiore.

A passeggio

Pears'Soap02Se vi state immaginando la Lady che, a causa di un bisogno impellente, cerca riparo dietro le frasche, avete sbagliato immagine. Purtroppo le cose stavano molto peggio di così.

Le nostre signore, durante le lunghe passeggiate con le amiche, se avevano un bisogno impellente improvviso, sostavano chiacchierando e lo facevano direttamente in piedi sul posto. Di qualunque cosa si trattasse. Una volta finito, molto tranquillamente, riprendevano a camminare passandoci sopra con il loro lungo strascico.

Vi state chiedendo come fosse possibile così infagottate? Le mutande delle donne vittoriane erano tagliate proprio lì, lasciando le parti intime scoperte. Si trattava di due gambe di tessuto unite in vita da una fettuccia, ma prive di cavallo. A breve vi dedicherò un post esplicativo.

Per gli uomini, in questo senso, la situazione era leggermente migliore. Potevano usare i bagni pubblici dove, pagando, potevano liberarsi senza farsela letteralmente addosso. Inoltre loro avevano la comoda “patta” dei pantaloni che gli offriva la possibilità di liberarsi in modo molto più pratico che le signore.

Direi che per oggi vi ho disgustati abbastanza!

Scherzi a parte spero che il post possa essere stato interessante. Ho intenzione di prepararne un altro sull’igiene della casa, abiti e biancheria, spero possa interessarvi!

Vi auguro buona giornata!

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55 thoughts on “Igiene personale in Epoca Vittoriana

  1. Quella dei mutandoni “bucati” non la sapevo. è davvero insolito notare che in tempi in cui lo sfarzo e il lusso erano la quotidianità le minime regole di igiene (per noi) non fossero assolutamente in voga. La storia è anche questo però. Grazie Laura per le descrizioni sempre molto dettagliate e precise, buona giornata!

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  2. Articolo molto ben dettagliato e ben esposto! I miei complimenti vanno soprattutto alle fotografie dei pettini, specchi e spazzole che io colleziono! posso chiederti se sono tue personali? Trovo molti riscontri in merito all’argomento che tu tratti, cose che io scrissi quattro anni fa nel mio libro dal singolare titolo “Piacere! Io sono un water”. ora lo sto pubblicando a capitoletti nel mio blog e le dame,. avevano, secondo la mia sfrenata fantasia sotto a quegli ampi strati di gonne cerchi chiamati “GUARDINFANTE” un piccolo Water de Bal, così mentre ballavano potevano epletare le loro funzioni corporali senza interrompere la danza con il loro cavaliere! Ti invito e invito tutti a farsi quattro risate leggendo quanto riguarda i progenitori del nostro amato water. Ritengo sia uan terapia adatta per evitare depressioni e tristezze autunnali! Complimenti per i dettagli, per le foto e per le notizie su come non si lavavano molto i nostri avi! Pensa che io, se non mi faccio almeno un bidet anche solo due gocce di pipì, non mi sento a posto e non mi sento pulita. Forse oggi ci laviamo troppo, ma masturbazione o no, la pulizia accurata delle parti intime, soprattutto quelle di noi donne sono fondamentali per evitare malattie di diverso genere. Un abbraccio e se hai tempo leggi qualche capitoletto del water, Un abbraccioaffettuoso, Fabiana Schianchi.

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  3. Tempo fa giunse in redazione un romanzo che l’aspirante autrice di bestsellers aveva ambientato nell’Italia medievale. Vi si potevano leggere amene assurdità, come per esempio “la donna [una contadina] raccomandò al figlio di lavarsi bene le mani prima di sedere a tavola per la cena”.
    L’uso del dentifricio iniziò a diffondersi nel XIX secolo, ma se non ricordo male l’invenzione è da attribuirsi a Nostradamus – devo controllare.

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  4. Ricordo la prima volta che ho studiato questo e altri periodi storici: vorrei tanto farti vedere come cambiava espressione la mia faccia ad ogni capitolo! Ti dico solo che questi studi mi facevano saltare la merenda!Perché tu sei una signora e scrivi con l’eleganza della scrittrice,ma i libri di storia e costumi dell’università sono moooolto più spicci e crudi!

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  5. Grazie infinite per questo magnifico post. Non sapevo nulla della “bourdaloue”. Dovevano esserci parecchi “olezzi” in giro.
    Pensa che la prima volta che sono andata in Germania, parlo degli anni ’70, non dell’ottocento, mi sono dovuta comperare un piccolo bidet di plastica, perché nel bagno della casa che mi ha ospitato (e appartenevano all’alta borghesia) non esisteva alcun bidet. Solo una mia amica tedesca, più vecchia di me, lo aveva fatto montare nel suo bagno, perché aveva vissuto in Francia e ne aveva apprezzato l’uso. In compenso quasi tutti avevano un “pissoir” per maschietti che, a me che sono piccina di statura, arrivava all’altezza del naso e non avendone mai visto uno prima, non riuscivo a capire a che cosa servisse. In quegli anni, mi è capitato anche che qualche tedesco venuto in albergo dove io lavoravo, usasse il bidet per tenerci a fresco la frutta e qualche altro, invece, nel proprio bidet ci abbia fatto i suoi “bisogni”, preoccupandosi poi perché non riusciva ad eliminarli con l’acqua del rubinetto.
    Bisognava che avessi molto tatto e delicatezza, per spiegare, soprattutto alle persone anziane, a che cosa serviva il bidet.
    Grazie ancora anche per le magnifiche immagini. Ho una bella salsiera di porcellana dipinta che ha la forma della bourdaloue, ma è troppo piccola perché sia stata usata per quello scopo e poi è più recente come epoca.

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    • Ahahah penso di aver inquietato parecchie persone con quell’oggetto simile a una zuppiera! Magari le hanno trovate in qualche vecchia soffitta “Guarda che bello, un zuppiera antica” e poi magari era quello!
      Posso immaginare, anche io in Inghilterra non avevo il bidet nel bagno in camera. E’ stato piuttosto fastidioso

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  6. Sempre piacevolmente interessanti questi tuoi post……a tal proposito ricordo che mia madre raccontava che ,quando lei era bambina, c’era una signora anziana, anche di alto rango, che mentre passeggiava ad un certo punto si fermava…e così da in piedi, con la veste lunga….faceva plin plin……erano già gli anni40….

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