Osservando il dehor in pausa pranzo ~ Pezzi di vita rubati

dehors ferro battuto con vetro

Oggi sono ferma qui, c’è il sole e fa caldo, ma in questo punto c’è l’unico angolo d’ombra, tra poco finalmente arriverà il bus, la fermata però è sotto il sole e allora preferisco stare distante e rischiare di perderlo che stare lì.

Ne approfitto per fare vagare lo sguardo, mi trovo in un’isola pedonale ed è l’ora di pranzo. Davanti a me c’è un bar, camerieri indaffarati corrono avanti e indietro, la porta è spalancata quindi probabilmente non c’è l’aria condizionata dentro e i clienti sono tutti seduti fuori nel dehor.

Allora li osservo, assorbo le loro storie, le faccio mie; immagino le trame e i colori delle persone, delle loro emozioni delle loro vite.

Ci sono un uomo e una donna nel primo tavolo che noto, la brezza leggera di un ventilatore le smuove i capelli e lei se li sistema con aria irritata. Chi è l’uomo di fronte a lei? Un collega, il compagno, l’amante? Dal modo in cui si comportano noto una certa intimità nei gesti, ma nemmeno troppo evidente. A un certo punto lui le prende la mano da sotto il tavolo e lei fa subito saettare lo sguardo attorno; decido che sono amanti.

Nel tavolo di fianco ci sono due ragazze, sono amiche o colleghe? Sono una diversa dall’altra, la prima è biondissima la seconda ha i capelli corti, quasi da maschio e neri come il carbone. Parlano animatamente mentre divorano due insalate che probabilmente contengono più calorie di un piatto di pasta, ma fa politically correct ordinare l’insalata, si fa bella figura, che poi dentro ci siano: mozzarella, uova sode, mais, fagioli, tonno e maionese è un dettaglio, l’importante, quando torni dalla pausa pranzo, se ti chiedono cos’hai preso è poter dire: “un’insalata” e fare il sorrisetto condiscendente, come dire “Vedi io come sono attenta!”

Vedo una donna sola, ogni tanto tira su una forchettata di riso dal piatto, ma non sta davvero mangiando, si guarda attorno con aria assente, ha delle preoccupazioni. Penserà alla figlia? E’ cresciuta e non le racconta più nulla di sé, penserà al marito? Magari ha scoperto che ha un’amante, forse ha dei problemi al lavoro o sono i soldi la causa della sua preoccupazione? Da com’è vestita e dalla borsa di Fendi appesa alla sedia non si direbbe, ma potrebbe sempre essere un tarocco e il resto solo apparenza.

Vedo una coppia giovane, ragazzi, avranno 20 anni, lui non lo sa, ma lei si è stufata. Lei ogni tanto prova a parlargli, ma lui non stacca gli occhi dal telefonino, forse sta messaggiando o giocando a qualcosa. Lei a un certo punto è palesemente seccata, si guarda intorno e quando arriva il cameriere, senza che il fidanzato se ne accorga, gli fa un bel sorriso. Poi lo fissa seccata mente lui, nonostante tutto, continua a giocare con il cellulare ignaro. Non gli dice niente, ha già deciso, si è stufata di elemosinare attenzione, non vale nemmeno la pena aprire la bocca per parlare.

Sono presa da queste vite che fisso, che fotografo che assorbo. In lontananza percepisco un rumore in più che mi disturba. Quando capisco che è il bus è ormai troppo tardi e sta ripartendo.

Se non voglio stare qui ancora mezz’ora mi conviene spostarmi. Decido di entrare nel bar, dopotutto mi ha fatto da fonte d’ispirazione, un caffé glielo devo.

Mentre aspetto per il caffè entra una ragazza, è molto in sovrappeso, sembra stringersi su se stessa, cerca di farsi notare il meno possibile. Si guarda intorno cercando di attirare l’attenzione di qualcuno, ma al contempo è in imbarazzo a parlare. A un certo punto uno dei ragazzi la nota e la saluta, deve essere una cliente abituale, lui si avvicina e dice: “Il solito?” e lei risponde: “Sì grazie, gli piace un sacco, io non so come faccia a non crollare dal sonno dopo quel panino, ma tutti i giorni mi manda a prenderglielo!”

Il cameriere avvolge il panino e glielo chiude in un sacchetto e lei paga e esce, pago anche io, di solito appena finisco il caffè fuggo subito dal bar perchè devo fumare. Giro l’angolo per andare verso la fermata, la strada qui dietro è deserta, ma davanti a me c’è la ragazza di poco prima. Si guarda intorno e non mi nota perchè mi sono infilata nell’atrio di un portone aperto per sfuggire al sole, estrae dal sacchetto il panino e inizia a mangiarlo con una foga terribile, pochi secondi ed è tutto finito. Poi guarda il sacchetto di carta vuoto, si sta facendo del male e lo sa, ma non può resistere. Lo butta nel bidone e prosegue per la sua strada.

Finisco la mia sigaretta e l’autobus ancora non si vede, da dietro l’angolo mi arriva ancora il vociare delle conversazioni del bar, per oggi basta però, ho visto abbastanza. Un altro giorno, un altro posto, altre facce.

 

Se l’articolo ti è piaciuto come spero regalami il tuo voto Puoi anche votare la qualità del blog da 1 a 10!

siti

Acquista il mio libro! buy_2._V196835997_

Altri social:

Youtube

FacebookcronistorieTwitter  InstagramGoogle+Facebook

37 thoughts on “Osservando il dehor in pausa pranzo ~ Pezzi di vita rubati

  1. Anche io a volte faccio questo “gioco”, mi guardo attorno e provo ad immaginare la vita degli altri. il mio limite? Che ho sempre due nanetti con me, da controllare 🙂 🙂 Ma soprattutto, che poi non saprei scriverlo così bene come hai fatto tu. Mi pareva di vederle, quelle persone. Complimenti!

    "Mi piace"

Lascia un commento