Il Debutto in società era il momento più atteso dalle giovani Ladies che vivevano in quegli anni, voleva dire che per loro si sarebbero aperte le porte di feste e balli, ma soprattutto che erano pronte per trovare marito ed abbandonare la casa di famiglia.
Un pensiero che farebbe inorridire ogni donna moderna è quello che l’unico traguardo di una donna fosse solo il matrimonio e fare figli, ma allora questa era una tradizione ben radicata, basti pensare che affonda le sue radici sin nel medioevo quando le ragazze venivano presentate a corte per lo stesso identico motivo.
Per essere ufficialmente presentate al Ton nella loro nuova veste di debuttanti le ragazze si recavano nella capitale durante la Stagione, a primavera, partecipavano ai balli, cene e ritrovi e prendevano il tè con gli adulti iniziando a parlare di argomenti che fino a poco prima non sarebbero stati consentiti.
Nella società di allora i rapporti tra i due sessi erano legati quasi esclusivamente al matrimonio, era dunque imprescindibile che la ragazza, non appena fosse stata pronta, debuttasse per iniziare a guardarsi intorno e non correre il rischio di restare zitella.
Gli obiettivi delle donne dell’epoca erano i seguenti:
Accedere a una famiglia di rango pari se non superiore al proprio
Solidificare il proprio status di moglie mettendo al mondo dei figli.
Dare dei figli maschi per garantire un erede.
C’è inoltre da considerare che a quell’epoca, l’ignoranza in materia, faceva sì che si pensasse che il futuro sesso del nascituro dipendesse esclusivamente dalla donna e dalla sua capacità di fattrice. Non è escluso che alcuni futuri mariti, o le loro famiglie, chiedessero garanzie alla famiglia della futura moglie, riguardo a quanti figli maschi avessero partorito le donne in quella famiglia, a storie di aborti e sterilità.
(Vedi ad esempio il film “La Duchessa” in cui il Duca chiede alla madre di Georgiana rassicurazioni riguardo a questo punto e come il fatto che lei partorisca solo femmine influisca negativamente sui loro rapporti venendo ritenuta responsabile della cosa).
A che età si debuttava?
Il debutto in società avveniva dopo un paio d’anni dall’ aver completato lo sviluppo fisico . Le signorine nei secoli passati arrivavano alla prima mestruazione in età più avanzata rispetto al giorno d’oggi. Mentre nel nostro secolo il menarca può arrivare tra i dieci e i sedici anni nel Settecento difficilmente capitava prima dei quattordici e si poteva arrivare anche a diciotto.
L’età per il debutto andava quindi dai diciassette ai ventitré anni, passata questa età senza aver trovato marito la malcapitata iniziava a venire considerata da tutti una zitella in erba e il suo declino sociale era irreversibile.
Le ragazze che avevano sorelle maggiori, purtroppo, potevano debuttare solo dopo che queste si fossero sposate. Questa regola veniva però trasgredita spesso, soprattutto se gli anni di differenza tra le sorelle erano pochi, altrimenti si sarebbe rischiato di condannarne una o più d’una alla zitellaggine senza scampo visto che allora i fidanzamenti erano molto lunghi e soprattutto che non era dato certo trovare marito alla prima Stagione. (Vedi anche “Orgoglio e Pregiudizio” dove tutte le sorelle sono in società senza che nessuna sia sposata o anche solo fidanzata).
Ovviamente la famiglia doveva anche avere i mezzi per sostenere decentemente l’ingresso in società di più figlie, specialmente a Londra, altrimenti l’unica cosa che si rischiava di ottenere era solo una magra figura ed il pubblico ludibrio.
Il Guardaroba
Il sogno, per chi poteva permetterselo, era il guardaroba nuovo. Le giovani Ladies si recavano dalla sarta con largo anticipo per farsi cucire gli abiti su misura e soprattutto unici e comprare le stoffe pregiate, durante la Reggenza si preferivano lino e cotone mentre nell’Epoca Vittoriana: broccati, sete, velluti e damaschi.
Si sceglievano le scarpe coordinate, si facevano realizzare i cappellini per ogni occasione, ornati di fiori e piume, borsette, ventagli, soprabiti, cappotti, guanti, miriadi di nastri e quanto altro fosse necessario a non sfigurare.
Le cameriere consegnavano solo pasti salutari alle loro giovani padrone perchè mantenessero la linea che era fin troppo facile perdere con i banchetti luculliani delle case importanti e dei circoli di prestigio. Le ragazze si facevano belle acconciando i capelli in pettinature raffinate ornate di perle e brillantini, fiori e nastri; con i ferri caldi ci si arricciavano le punte e si intrecciavano le ciocche.
Come avveniva il debutto?
Il modo più classico era partecipare a balli e ricevimenti.
La famiglie più nobili e benestanti portavano le proprie figlie a Londra per la Stagione mondana, anche se non tutti potevano permetterselo. La Stagione londinese era una vera e propria emorragia di denaro per le famiglie, bisognava affittare o possedere una casa a Londra, ed anch’essa doveva essere dignitosa, procurarsi la servitù adeguata o portare la propria, soprattutto occorreva procurarsi un guardaroba prestigioso e all’ultima moda, come detto sopra. Inoltre bisognava avere agganci e conoscenze per garantire alla ragazze l’ingresso nei giusti salotti e feste, ad esempio i precedentemente citati balli di Almack’s.
Non erano solo le innocenti debuttanti a recarsi a Londra per cercare marito, anche gli uomini facevano lo stesso. Essi si recavano ai suddetti ritrovi per trovare una Lady di bell’aspetto che avesse: talento, buone maniere, proveniente da una buona famiglia che potesse portare nuovi agganci e soprattutto con una dote generosa, senza trascurare ovviamente la reputazione impeccabile , per trasformarla nella propria moglie.
Londra offriva una vastissima gamma di partiti tra cui scegliere, giovani scapoli, nobili, ricchi vedovi in cerca di una nuova moglie, purtroppo per le innocenti fanciulle non vi erano solo loro, era alquanto facile trovare anche cacciatori di dote e libertini incalliti pronti a lanciarsi sulla nuova preda di turno per rovinarle definitivamente la reputazione o per farne la propria amante.
Ma si combinavano effettivamente questi matrimoni?
Si conta che l’87% delle ragazze che partecipavano a due Stagioni finissero per sposarsi; di queste il 59% faceva un buon matrimonio, il 30% un matrimonio tra pari, 11% un matrimonio svantaggioso.
La Stagione di Londra assicurava quasi al 90%, quindi, un matrimonio e questo bastava a ripagare parenti e genitori dei debiti che contraevano per mandarle nella capitale o per farle studiare e preparare nei prestigiosi collegi femminili dove insegnavano etichetta e buone maniere.
Se si escludono infatti le famiglie nobili, dove spesso, i matrimoni venivano direttamente combinati tra famiglie, i balli erano l’unico modo considerato accettabile per mettere in contatto uomini e donne e quindi per procacciarsi un marito.
Un tipo di matrimonio poco auspicabile era quello tra compaesani.
Sebbene garantisse una certa rispettabilità e sicurezza sul luogo in cui si sarebbe vissute, che restava il proprio luogo di nascita, spesso non garantiva di essere un matrimonio eccellente. I nobilastri di campagna o piccoli imprenditori del Nord Inghilterra erano spesso vittime di alcol e gioco d’azzardo, e perseguitati dai debiti quanto i giovani debosciati delle strade di Londra.
Alcune ragazze avevano la rara fortuna di sposarsi per amore, ma, le coppie innamorate, nella società di Londra erano considerate provinciali e campagnole, un comportamento davvero denigratorio nei confronti di questo sentimento. Purtroppo c’è da dire che a quei tempi il matrimonio era considerato quasi alla stregua di un ottimo investimento.
Buona parte dei matrimoni erano fondati solo sull’interesse reciproco, ad esempio, se la ragazza aveva un’ottima dote, ma il suo aspetto era poco appetibile ed era quasi sulla soglia dell’essere zitella, poteva ricevere una proposta di matrimonio da qualche nobile inferiore che la voleva solo per i soldi, ma si guardava bene dal non accettare, la famiglia per prima l’avrebbe comunque spinta in quella direzione. Come ad esempio poteva capitare che una debuttante molto giovane fosse corteggiata e data in sposa a un ricco vedovo, che anche se in età avanzata poteva garantire un maggiore rango sociale ed un lauto patrimonio.
I restanti erano appunto i sopracitati matrimoni combinati che venivano programmati dalle famiglia anzitempo per solidificare alleanze e rami nobiliari, ampliare i propri territori ed influenza.
Come avveniva il corteggiamento?
Quando una ragazza riusciva a fare abboccare uno o più spasimanti la famiglia si riuniva ed iniziava a fare le proprie considerazioni sulla scelta del candidato ideale. Patrimonio, status sociale, possedimenti e reputazione erano i massimi canoni di giudizio.
Scelto quello più idoneo, questo veniva incoraggiato dalla giovane: accompagnati da uno chaperon i due innamorati potevano passeggiare brevemente per i Giardini di Vauxhall, andare a teatro o partecipare ai balli.
Se il rapporto resisteva, (anche grazie agli accordi tra il giovane e la famiglia di lei), questo culminava in una proposta di matrimonio.
Vi erano rari casi in cui la ragazza portava avanti la relazione in segreto e solo alla fine, dopo il di lei consenso, lo spasimante poteva proporsi ai suoi genitori.
In questi casi, non sempre la proposta veniva accolta. Se la famiglia non accettava il giovane come futuro marito i due o rinunciavano al loro amore oppure fuggivano nottetempo per sposarsi a Gretna Green, la prima città scozzese dopo il confine, dove ci si poteva sposare alla maggiore età scozzese: 16 anni.
Poiché in alcuni casi la relazione tra i due era una semplice infatuazione giovanile, i matrimoni rischiavano di finire presto o di portare a relazioni fredde tra i due coniugi. Purtroppo i rigidi canoni di quell’era spingevano moltissime fanciulle verso quell’infelice traguardo, ricevuto il divieto di frequentare il giovane prescelto non erano poche quelle che si facevano prendere dalla passione del momento e scappavano per sposarsi, il male minore era un rapporto freddo nel quale i tradimenti erano all’ordine del giorno, i peggiori invece erano i matrimoni contratti in fretta e furia con gli approfittatori che miravano solo ad estorcere una lauta somma alla famiglia dell’ingenua Lady.
Gli Scandali
Uno degli scandali più grande per una famiglia era appunto una fuga a Gretna Green per sposarsi in segreto.
Un altro grande scandalo era quando i fidanzati decidevano di rompere il fidanzamento. Questo, ad opera soprattutto dei gentiluomini, lasciava la ragazza e la sua famiglia in uno stato di grande confusione: il tempo era passato da quando aveva partecipato alla Stagione, quindi era “invecchiata”, inoltre le malelingue facilmente attribuivano a lei la colpa per questa decisione improvvisa, sostenendole contro le accuse più disparate, dalla freddezza nei momenti affettuosi al traporto eccessivo, una condizione che non si addiceva ad una signora.
Alcune ragazze, vittime di libertini senza scrupoli o affascinate dai giovani rampolli della Londra bene, perdevano la loro reputazione immacolata cadendo in qualche tranello delle buone maniere che le portava ad essere considerate delle donne deboli che cedevano facilmente agli impulsi del peccato. E’ da chiarire che non necessariamente queste fanciulle avevano ceduto agli impulsi della passione, per essere vittima di uno scandalo era sufficiente che la ragazza si facesse anche solo vedere in giro con un uomo senza chaperon.
Una volta che la reputazione di una Lady veniva macchiata era impossibile tornare indietro, essa restava macchiata a vita, si poteva sperare in un matrimonio solo se essa possedeva una dote da capogiro in grado di far passare in secondo piano le maldicenze sul suo conto.
Durante la Stagione non c’erano solo i balli e i ricevimenti, ma anche i pranzi e le colazioni, le passeggiate in calesse o nei parchi della città, ci si recava alle opere di beneficenza organizzate dalle matrone, si andava alle corse dei cavalli e dei cani, a teatro e ai concerti.
C’erano i tè pomeridiani e le visite ai parenti o alle amicizie della città, ci si faceva vedere in giro per cercare di attirare su di sé l’attenzione dei gentiluomini impressionandoli con le proprie maniere, mentre questi tentavano approcci discreti al parco o ai concerti, facendo più che altro colpo con il loro contegno, il fascino e, naturalmente i soldi.
E’ complicato fare un quadro preciso di questo mondo così romantico, magico e affascinante, un conto è scrivere un romanzo ed un conto è parlare davvero di queste usanze, dove ci si rende conto che spesso la donne conducevano una vita infelice e falsa o fatta solo di apparire e priva di sentimenti.
Spesso mi dico che in fondo non possiamo saperlo davvero, che molte di loro, educate com’erano a certi principi sin da bambine, fossero felici del loro destino o quantomeno non insofferenti come potremmo esserlo noi.
Ciononostante resta un mondo che affascina con i suoi abiti maestosi, le sue maniere ricercate e lo sfavillio che accompagnava ogni evento.
Vi piacerebbe saperne di più sulla Stagione? Non perdetevi allora l’articolo di lunedì!
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Leggerei per ore questi post…! Bravissima nel descrivere in modo impeccabile gli usi e i costumi dell’epoca 🙂 buona giornata!
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Grazie mille, mi fa piacere che ti piacciano 🙂
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…ancora adesso ci sono i balli delle debuttanti, certo non spettacolari come quelli!
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Si mi ricordo che alcune mie compagne di classe ci andarono, ma se non sei di famiglia ricca non te lo puoi permettere nemmeno al giorno d’oggi, almeno io mi ricordo che per partecipare al ballo a palazzo Ducale qui a Genova nel 1999 la cifra era proibitiva, ci andarono poche mie compagne, tutte molto ricche. Il significato odierno ovviamente non è più lo stesso, oggi è più solo una cosa simbolica.
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…infatti, comunque deve essere un evento meraviglioso!!!
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Eh si beate quelle che ci possono andare!
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Bell’articolo.
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Grazie Gianni! Buon venerdì!
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Non volevo più farti complimenti, ma sei così deliziosa nello scrivere…..tutto diventa una fiaba. Un caro saluto
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Grazie Enrico! Tu sei troppo gentile 🙂 Spero di riuscire a regalar a tutti tanti piccoli momenti di passato.
A volte penso di essere nata nell’era sbagliata perché mi piacerebbe tanto vivere tutto questo, poi penso che per come sono fatta io e i rigidi dettami che c’erano, specialmente verso i comportamenti delle donne, probabilmente verrei messa al bando 😀
Sono un’anima antica con una mente tempestosa!
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Un tenero pensiero
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Wow, quanto vorrei vivere in un romanzo di Jane Austen *_*
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Eh pure io!
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Articolo molto interessante! 🙂
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Mille grazie per aver letto 🙂
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Di nulla 🙂
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L’ha ribloggato su pensiero puro e libero.
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Complimenti per il post stupendo non solo per il contenuto quanto per il ricco corredo fotografico. Posso chiederti dove ti sei documentata ? Troppo belle le foto. Grazie. Isabella
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Il realismo nelle descrizioni umane deriva da anni e anni di letture sull’epoca. Leggendo tantissimi libri, anche romanzi, ambientati in quegli anni capisci quali sono solo romanzati e quali sono molto realistici. Ed è così che ho scoperto i nomi di molti luoghi famosi per l’epoca che se no non avrei conosciuto.
Poi li ho approfonditi leggendo anche siti in inglese tipo questo per esempio: http://www.fashion-era.com/index.htm .
Ho chiesto ad amici inglesi di chiedere ai loro genitori e nonni, ho comprato libri sull’epoca. Tante altre cose me le ha spiegate la nonna di una mia amica che era inglese e viveva a Londra nei primi del anni del ‘900 . (era del 1912, ora non c’è più purtroppo) .
Spero di aver soddisfatto la tua curiosità 🙂
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Tantissimo e ti ringrazio per questa tua gentilezza. Un abbraccio. Isabella
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Di nulla figurati 🙂
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Dolce sera
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Anche a te Isabella! Domani se ti può interessare ci sarà l’articolo sulla Stagione Mondana, visto che ti è piaciuto l’altro anche questo dovrebbe piacerti, con tante tante foto! A presto!
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Grazie mille cara amica. Verrò senz’altro. Un bacio
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Grazie a te!
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