Il Castello di Racconigi

Il Castello di Racconigi

Il Castello di Racconigi

Buongiorno a tutti!

Oggi parleremo di questo magnifico posto!

Il castello Reale di Racconigi, (in piemontese ël castel ëd Racunìs), è situato a Racconigi, in provincia di Cuneo ma poco distante da Torino.

Nel corso della sua quasi millenaria storia ha visto numerosi rimaneggiamenti e divenne di proprietà dei Savoia a partire dalla seconda metà del XIV secolo. In seguito fu residenza ufficiale del ramo dei Savoia-Carignano e successivamente fu eletto sede delle “Reali Villeggiature” della famiglia reale dei Re di Sardegna (e poi d’Italia) nei mesi estivi e autunnali.

Divenuto un polo culturale e museale altamente frequentato, il castello fa parte del circuito delle Residenze Sabaude del Piemonte, del sistema Castelli Aperti del Basso Piemonte e dal 1997 è parte del sito seriale residenze sabaude compreso nella lista dei Patrimoni dell’Umanità dell’UNESCO.

Come molti di voi sapranno sono stata in visita al Castello di Racconigi il week-end di Pasqua, avrei voluto preparare questo articolo prima, ma purtroppo la scorsa settimana ho avuto problemi più gravi di cui occuparmi.

Veniamo alle cose belle!

Racconigi

Racconigi

Il Castello è di grande impatto visivo, appena ve lo trovate di fronte non vi sembra vero che un posto del genere esista ancora e sia ancora così ben tenuto, imponente e suggestivo. Al suo interno è facile perdersi in un mondo immaginario, le sale contengono bellissimi mobili e dipinti ed il personale che se ne cura si è premurato di allestire le stanze in modo da farle risultare vive.

Le stanze che mi hanno colpita maggiormente sono quelle delle cucine reali, poiché nonostante l’epoca in cui sono state concepite erano incredibilmente moderne. Il bancone da lavoro centrale, la ghiacciaia per conservare i cibi, la stanza apposta per la panificazione, tutti gli utensili e gli spazi dedicati a seconda del tipo di cottura. Sui soffitti inoltre era possibile ammirare i fili del vecchissimo impianto elettrico. Le cucine di Racconigi sono una sorta di miracolo moderno di un tempo passato.

Il giardino del castello è semplicemente enorme, passeggiandoci in mezzo non ho potuto fare a meno di immaginare

Parco Racconigi

Parco Racconigi

com’era una volta, quando, i signori che lo abitavano passavano le giornate a cavalcare in mezzo a quel verde. Ci sono alberi stupendi ed un fantastico profumo di “verde” lungo tutto il percorso.

Purtroppo non abbiamo potuto fare la visita completa poiché sia il castello che il giardino erano aperti a metà. Il giardino perché stavano ancora facendo la manutenzione mentre il castello perché il personale disponibile per controllare la struttura è esiguo, sono tutti volontari, e giustamente, onde evitare danneggiamenti, ne aprono una parte per volta in caso di ingresso libero con visitatori occasionali.

Piccolo dettaglio spiacevole: il pranzo.

Non mi era mai capitato prima di mangiare male in Piemonte e credetemi ristoranti ne ho girati TANTI, mai mi sarei aspettata dei piatti come quelli che mi hanno servito al ristorante La Torre. Se andate a Racconigi evitatelo come la peste.

Mi hanno portato della roba terribile, risotto allo zafferanno scotto, sembrava una crema, poi degli gnocchi agli asparagi crudi. La salsa era una specie di composto farinoso grumoso che non sapeva di niente e c’erano a mollo pezzi di asparagi, solo i gambi, così insapori che il mio ragazzo li ha scambiati per fagiolini.

D’accordo che era il menù Pasquale, ma se vuoi guadagnarci e andare al risparmio piuttosto fai cose caserecce piemontesi da trattoria, non piatti che con il territorio non c’entrano nulla e fanno pure schifo. Ero senza parole, credetemi ci siamo alzati a metà pasto. Ci hanno persino portato il vino annacquato…. In Piemonte, vino annacquato, rendiamoci conto…

Passiamo oltre e torniamo al castello, ora vi racconto un po’ cosa potete trovare al suo interno ed esterno. Buona lettura!

Interni

PLANIMETRIA_castelloRACCONIGI

Una planimetria esemplificativa del castello

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Salone D’Ercole

Il castello custodisce ambienti neoclassici a partire dal Settecento, fino a comprendere sale di gusto déco risalenti alla prima metà del Novecento. Accuratamente restaurati, essi mantengono le decorazioni e gli allestimenti originali conservati nel corso dei secoli.

Tra di essi i più rilevanti sono, in ordine cronologico: il salone d’Ercole, la sala di Diana, l’Appartamento Cinese, la sala da pranzo, la sala da ricevimento, il celebre Gabinetto Etrusco, il gabinetto di Apollo, gli appartamenti di Carlo Alberto, Maria Teresa e Maria Adelaide e gli appartamenti dei principini.

Al secondo piano nobile invece trovano luogo gli appartamenti del Novecento comprendenti: la camera da letto della regina Elena, il Bagno di Umberto II e il salotto della Musica di Maria José. Inoltre, ai piani superiori e nell’espansione di ponente sono presenti ancora altri locali tra cui la Biblioteca Albertina e gli appartamenti dei nobili, oltre alla chiesa reale della Madonna della Neve.

Il salone d’Ercole

Salone d'Ercole

Salone d’Ercole. Rinnovato nel 1757 per opera dell’architetto Giovan Battista Borra nello stesso stile neoclassico della facciata meridionale, il salone d’ingresso, occupante il posto dell’antico cortile della fortezza medioevale coperto dal Guarini, è dedicato al mito di Ercole.

Soffitto Salone D'Ercole

Soffitto Salone D’Ercole

Dedicato al mito di Ercole, questo ambiente è frutto dell’intervento del 1757 ad opera dell’architetto Giovanni Battista Borra. Il salone, in stile neoclassico, corrisponde all’antico cortile interno della struttura medievale precedente e fungeva come atrio per accogliere gli ospiti ma, data la capienza e l’ottima acustica, veniva utilizzato anche come sala da ballo, posizionando l’orchestra sulla “Loggia dei Musici”, che sormonta le tre coppie di colonne ioniche e l’accesso all’attigua Sala di Diana. Nella porzione inferiore, le pareti ospitano sei nicchie con frontone, che contengono altrettante sculture di Giuseppe Bolina rappresentanti le fatiche di Ercole; nel registro superiore sono presenti altri stucchi del Bolina e del Lombardi, che raffigurano scene di caccia con animali e armi. La volta della cupola, invece, è dipinta a trompe-l’œil e raffigura una realistica copertura a lacunari.

La sala di Diana

La Sala di Diana. Lo stuccatore Giuseppe Bolina realizzò la decorazione dei medaglioni sulle pareti raffiguranti il mito di Diana, dea della caccia. Sul soffitto, dal quale pende il bellissimo lampadario in vetro di Murano, vi è un bassorilievo con Apollo sul carro del sole. Notevoli i due camini guariniani in marmo di Valdieri posti ai lati della stanza.

La Sala di Diana.
Lo stuccatore Giuseppe Bolina realizzò la decorazione dei medaglioni sulle pareti raffiguranti il mito di Diana, dea della caccia. Sul soffitto, dal quale pende il bellissimo lampadario in vetro di Murano, vi è un bassorilievo con Apollo sul carro del sole. Notevoli i due camini guariniani in marmo di Valdieri posti ai lati della stanza.

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La Sala di Diana.

Insieme al salone d’Ercole e all’Appartamento Cinese, rappresenta l’insieme dei rimaneggiamenti settecenteschi dell’architetto Giovanni Battista Borra. Utilizzata come atrio di ingresso alla residenza, la sala di Diana è caratterizzata dai quattro grandi medaglioni che raffigurano il mito della dea della caccia. Le ampie finestre consentono di ammirare lo scorcio sul vasto parco sul quale si affaccia la terrazza e lo scalone della facciata settentrionale. Tra i quattro grandi lampadari di Murano che pendono dal soffitto si può inoltre ammirare un bassorilievo raffigurante Apollo sul carro del Sole. Di notevole pregio infine sono i due caminetti marmorei, opera del celebre Guarino Guarini.

L’Appartamento Cinese

Appartamento Cinese. Ludovico Vittorio di Savoia, quarto principe di Carignano intorno al 1757 volle far realizzare un appartamento particolarmente sontuoso, rococò, impregnato di quell'amore per l'esotico e per le

Appartamento Cinese.
Ludovico Vittorio di Savoia, quarto principe di Carignano intorno al 1757 volle far realizzare un appartamento particolarmente sontuoso, rococò, impregnato di quell’amore per l’esotico e per le “cineserie”, moda molto diffuso nell’Europa del Settecento.
La tappezzeria in carta di riso, acquistata dal principe Ludovico a Londra nel 1756, mostra scene di vita cinese dipinte ad acquarello, trasportandoci in un paesaggio lontano animato da uomini, donne, abitazioni, flora e fauna del lontano oriente. Anche gli arredi di queste stanze, dalla portantina alle porcellane antiche, rimandano al quella cultura.

Realizzate intorno alla metà del Settecento su volere di Ludovico Luigi Vittorio di Carignano, le sale dell’Appartamento Cinese facevano parte di un più

Appartamento Cinese.

Appartamento Cinese.

ampio spazio nominato foresteria reale, comprendente almeno altri sei ambienti di gusto orientaleggiante, secondo la diffusa moda dell’epoca. Le cinque sale rimaste sono caratterizzate dalle pregiate carte da parati dipinte a mano su carta di riso, acquistate a Londra dal principe Ludovico e perfettamente conservate grazie all’applicazione su appositi telai di legno. A completare le stanze sono gli arredi, i vasi cloisonné, le antiche porcellane,] i due paraventi con decorazioni cinesi del pittore Carlo Cussetti e una portantina giapponese. Queste sale, dedicate ad ospiti di riguardo, ospitarono Carlo Felice e Vittorio Emanuele II durante le loro brevi villeggiature ma anche ospiti illustri come la famiglia dello zar Nicola II giunta in visita a Racconigi nel 1909 e, nel 1930, Alberto I del Belgio e la sua corte, in occasione delle nozze della principessa Maria José con il principe Umberto II.

Il Gabinetto Etrusco

Il Gabinetto Etrusco, opera di Pelagio Palagi, è il vero gioiello del castello. Tutti i dipinti delle pareti sono dell'Airaghi. Il camino in marmo nero ha intarsi in mastice bianco raffiguranti un sacerdote ed una vestale tra palmette.

Il Gabinetto Etrusco, opera di Pelagio Palagi, è il vero gioiello del castello. Tutti i dipinti delle pareti sono dell’Airaghi. Il camino in marmo nero ha intarsi in mastice bianco raffiguranti un sacerdote ed una vestale tra palmette.

Il Gabinetto Etrusco.

Il Gabinetto Etrusco.

Concepito come studio privato di Carlo Alberto è, insieme alla sala del ricevimento, al gabinetto di Apollo e alla biblioteca Albertina, il nucleo di ambienti nei quali il sovrano svolgeva le mansioni amministrative e politiche durante le reali villeggiature. Il Gabinetto Etrusco, posto al secondo piano, è uno dei punti di maggior rilievo di questa residenza, con opere di Pelagio Palagi e dell’ebanista Gabriele Capello detto “il Moncalvo”. Il fascino delle coeve scoperte archeologiche è riproposto abbondantemente in tutto il ricco apparato decorativo dello studio, che riproduce stilemi tipici della pittura vascolare etrusca e greca.

 Realizzato negli anni trenta del XIX secolo, esso comprende pitture parietali scandite in ampi riquadri e un fregio continuo nel registro superiore. Il pavimento è realizzato a mosaico, mentre sulla volta a vela sono riprodotti gli affreschi della Tomba del Barone, situata nella necropoli etrusca dei Monterozzi (vicino Tarquinia), scoperta nel 1827.

Il Gabinetto Etrusco

Il Gabinetto Etrusco

Le ante delle due porte d’accesso, le poltrone, il tavolo da centro e i basamenti lignei su cui poggiano i vasi etruschi riportano un complesso intarsio raffigurante i dodici dèi dell’Olimpo ad opera dell’ebanista Gabriele Capello, su disegno di Pelagio Palagi. Nel 1851, il tavolo da centro, un basamento a colonna e un pannello della porta destra furono presentati alla Great Exhibition tenutasi al Crystal Palace di Londra; oltre al premio del settore “arredamento”, ricevettero una speciale menzione sul catalogo della mostra che li definì “oggetti degni di occupare un posto nel palazzo di ogni sovrano”.

Il Gabinetto Etrusco

Il Gabinetto Etrusco

La sala del ricevimento

La Sala del Ricevimento. Tra gli ambienti di parata è sicuramente quello più sontuoso, poiché in esso i sovrani ricevevano gli ospiti più importanti, quali dignitari, ambasciatori, consiglieri. La profusione di dorature trasmette l'idea della grandezza, della potenza e del prestigio del re: nella sala si celebrano, infatti, la gloria e le virtù di Carlo Alberto, del quale spicca il monogramma su fondo azzurro. I simboli del sovrano sono presenti ovunque, dai leoni dorati su cui poggia pressoché tutto l'arredo, alle iniziali C.A . che decorano il soffitto.

La Sala del Ricevimento.
Tra gli ambienti di parata è sicuramente quello più sontuoso, poiché in esso i sovrani ricevevano gli ospiti più importanti, quali dignitari, ambasciatori, consiglieri.
La profusione di dorature trasmette l’idea della grandezza, della potenza e del prestigio del re: nella sala si celebrano, infatti, la gloria e le virtù di Carlo Alberto, del quale spicca il monogramma su fondo azzurro. I simboli del sovrano sono presenti ovunque, dai leoni dorati su cui poggia pressoché tutto l’arredo, alle iniziali C.A . che decorano il soffitto.

Sala del Ricevimento. Il magnifico soffitto dorato.

Sala del Ricevimento.
Il magnifico soffitto dorato.

È l’ambiente del castello più sontuoso, ove la profusione di dorature evocava il prestigio e la potenza del sovrano. Qui Carlo Alberto e i suoi successori ospitarono personaggi importanti quali ambasciatori, consiglieri e dignitari. Il soffitto, fittamente decorato da motivi neoclassici in foglia d’oro, riporta il monogramma di Carlo Alberto, ripetuto anche negli arredi e sulle pareti damascate. I divani e le poltrone

con leoni monopodi sono rivestiti del tipico blu Savoia; di notevole pregio sono infine il grande lampadario in cristallo di Boemia e la parure di candelabri neogotici accostati all’orologio da camino raffigurante la cattedrale di Reims.

Sala del Ricevimento. In questa foto è possibile ammirare l'orologio rappresentante la cattedrale di Reims, sistemato sulla consolle del camino. I mobili sono dorati, così come il soffitto dipinto su disegno del Palagi. Alle pareti tappezzate di damasco giallo, cui sono appesi i ritratti del re Carlo Alberto e di sua moglie Maria Teresa di Toscana, sono accostati sgabelli, poltrone e divani rivestiti in

Sala del Ricevimento.
In questa foto è possibile ammirare l’orologio rappresentante la cattedrale di Reims, sistemato sulla consolle del camino. I mobili sono dorati, così come il soffitto dipinto su disegno del Palagi. Alle pareti tappezzate di damasco giallo, cui sono appesi i ritratti del re Carlo Alberto e di sua moglie Maria Teresa di Toscana, sono accostati sgabelli, poltrone e divani rivestiti in “blu Savoia”.

Gli appartamenti dei principini

Affacciati sulla Galleria dei Ritratti, gli Appartamenti dei Principini (che nell’800 erano destinati agli “ospiti forestieri”) ospitarono nel primo quarto del ‘900 il principe ereditario Umberto con le sorelle Jolanda, Mafalda, Giovanna e Maria. Costituiti da anticamera, camera da letto e servizi, erano direttamente collegati sia all’appartamento della Governante, al piano terreno, sia agli alloggi dove vivevano le balie, situati nei piani ammezzati.

Affacciati sulla Galleria dei Ritratti, gli Appartamenti dei Principini (che nell’800 erano destinati agli “ospiti forestieri”) ospitarono nel primo quarto del ‘900 il principe ereditario Umberto con le sorelle Jolanda, Mafalda, Giovanna e Maria. Costituiti da anticamera, camera da letto e servizi, erano direttamente collegati sia all’appartamento della Governante, al piano terreno, sia agli alloggi dove vivevano le balie, situati nei piani ammezzati.

Accessibili dalla galleria dei Ritratti, gli appartamenti dei principini furono realizzati nei primi anni del Novecento per ospitare il principe ereditario Umberto II con le sorelle Jolanda, Mafalda, Giovanna e Maria. Ad esclusione dell’appartamento del principe, più grande e in posizione angolare, gli altri ambienti sono tutti costituiti da una camera da letto, preceduta da un’anticamera con servizi e una scala di collegamento con gli alloggi delle balie, situati al piano ammezzato sovrastante.

La galleria dei Ritratti

La Galleria dei Ritratti Questo spazio è così denominato per la presenza di numerosi ritratti di personaggi di Casa Savoia, facenti parte della ricca quadreria del castello. Questa raccolta iconografica fu allestita dal principe ereditario Umberto II a partire dagli anni Venti del ‘900 e costituisce un “percorso dinastico” unico nel suo genere. Al di là del valore storico, i ritratti conservati a Racconigi costituiscono anche un interessante documento sull'evoluzione del costume attraverso i secoli.

La Galleria dei Ritratti
Questo spazio è così denominato per la presenza di numerosi ritratti di personaggi di Casa Savoia, facenti parte della ricca quadreria del castello. Questa raccolta iconografica fu allestita dal principe ereditario Umberto II a partire dagli anni Venti del ‘900 e costituisce un “percorso dinastico” unico nel suo genere. Al di là del valore storico, i ritratti conservati a Racconigi costituiscono anche un interessante documento sull’evoluzione del costume attraverso i secoli.

La Galleria dei Ritratti

La Galleria dei Ritratti

Il lungo corridoio che dà l’accesso agli appartamenti dei principini prende il nome dalla raccolta iconografica pazientemente allestita dal principe ereditario Umberto II a partire dagli anni venti del Novecento. Di grande valore storico ed artistico, gli oltre tremila ritratti qui esposti costituiscono un percorso dinastico abbastanza completo, comprendendo anche dipinti di membri di altre casate nobili italiane ed europee. L’ambiente è privo di decorazioni poiché questa manica ospitò, su volere della regina Margherita, i malati affetti dalla febbre tifoidea che colpì Racconigi verso la fine dell’Ottocento. Per sanare i locali fu necessario applicare alcuni strati di calce prima e dopo la degenza dei pazienti, a discapito delle decorazioni preesistenti.

Le cucine ottocentesche

Le Cucine Reali. Visitando le cucine del castello nei sotterranei non è difficile immaginare camerieri, cuochi e servitori correre indaffarati; garzoni impegnati al 'potaggiere' o a girare lo spiedo; cuochi intenti a mescolare e a controllare le pietanze nei pentoloni sui fornelli; sguatteri che sorvegliano il forno per la panificazione; lavatori che lavano le stoviglie negli enormi acquai in marmo e riordinano sui tavoloni in legno e alle pareti utensili vari, mestoli, stampi per i dolci, pentole e pentolini di rame; garzoni che prendono le provviste dalla ghiacciaia; camerieri che portano via i vassoi e gli scaldavivande con le pietanze da servire nella sala da pranzo. Tutto, ovviamente, avviene sotto lo sguardo e le istruzioni dell'ispettore capo degli Uffici di bocca che orchestra minuziosamente ogni opera, dirigendo e coordinando tutti i dipendenti delle varie suddivisioni.

Le Cucine Reali.
Visitando le cucine del castello nei sotterranei non è difficile immaginare camerieri, cuochi e servitori correre indaffarati; garzoni impegnati al ‘potaggiere’ o a girare lo spiedo; cuochi intenti a mescolare e a controllare le pietanze nei pentoloni sui fornelli; sguatteri che sorvegliano il forno per la panificazione; lavatori che lavano le stoviglie negli enormi acquai in marmo e riordinano sui tavoloni in legno e alle pareti utensili vari, mestoli, stampi per i dolci, pentole e pentolini di rame; garzoni che prendono le provviste dalla ghiacciaia; camerieri che portano via i vassoi e gli scaldavivande con le pietanze da servire nella sala da pranzo.
Tutto, ovviamente, avviene sotto lo sguardo e le istruzioni dell’ispettore capo degli Uffici di bocca che orchestra minuziosamente ogni opera, dirigendo e coordinando tutti i dipendenti delle varie suddivisioni.

Le Cucine Reali.

Le Cucine Reali.

« Nelle cantine  esiste la cucina, coi locali annessi; il vano della cucina è di lunghezza metri 15,50, la sua larghezza è di metri 10,50 con “potaggiere” e macchine fatti dal De Zana che venne espressamente da Vienna; nel lato di mezzodì vi sono le boscaie, le cantine e le carbonaie. »

Realizzati contestualmente all’ampliamento di levante, i locali destinati agli Uffici di bocca e alla cantina sono situati tra i sotterranei e il pian terreno della residenza.

Volute da Carlo Alberto, queste caratteristiche cucine furono un vero e proprio esempio di modernità: provviste di una vasta gamma di stoviglie, stampi, attrezzi, acquai in marmo, due grandi cucine a legna (le cosiddette “potaggiere”), col tempo furono dotate anche di altre cucine “economiche” e dell’ingegnoso girarrosto ad ingranaggi presente nel grande camino al centro della sala. Nel 1903, con l’avvento dell’energia elettrica, fu installata l’illuminazione e un nuovo sistema idraulico con un boiler per l’acqua calda. A coordinare gli uffici di bocca vi era un ispettore incaricato, che aveva il suo ufficio accanto al salone principale che ospita le cucine.

Le Cucine Reali.

Le Cucine Reali.

Nelle sale attigue si può inoltre notare la ghiacciaia e la macelleria, caratterizzata dal rivestimento in marmo alle pareti e dal pavimento inclinato per facilitare lo scolo e le relative operazioni di lavaggio.

Ulteriori locali dedicati alla provvisoneria, agli uffici di frutteria, someglieria, credenza, vassella e lingeria sono invece ubicati al pian terreno, negli ambienti precedentemente destinati all’antica cucina seicentesca; essi, da come suggeriscono i nomi, erano gli i locali preposti alla conservazione e gestione delle provviste alimentari, della frutta, dei vini, delle bevande e del ricco corredo di tovaglie e stoviglie.

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Le Cucine Reali.

Le Cucine Reali.

Le Cucine Reali.

Le cucine Reali Gli Uffici di bocca erano ripartiti in più settori aventi ciascuno un capo e numerosi individui impiegati, con incarichi differenziati e notevolmente specifici. Essi erano destinati alla gestione dei servizi della tavola, dall'approvvigionamento dei generi alimentari alla loro custodia e conservazione, per finire con la preparazione e il servizio delle varie portate. Vi era l'Ufficio di Cucina, che aveva cura della preparazione delle numerose pietanze costituenti i pasti del re e della sua corte. L'Ufficio di Frutteria, Confetteria, Caffè provvedeva, invece, all'acquisto di frutta, diablottini, cioccolato, latte, crema, farina per confezionare torte e dolci di ogni genere, caffè, tè e generi coloniali. L'Ufficio di Someglieria era responsabile della distribuzione di vini e liquori, del loro acquisto e della loro conservazione. L'Ufficio di Credenza e Vassella, infine, si occupava della compera e della distribuzione del pane per le diverse tavole, della preparazione e del servizio della tavola reale, della pulizia e custodia di piatti, posate, vasellame e lingeria.

Le cucine Reali
Gli Uffici di bocca erano ripartiti in più settori aventi ciascuno un capo e numerosi individui impiegati, con incarichi differenziati e notevolmente specifici. Essi erano destinati alla gestione dei servizi della tavola, dall’approvvigionamento dei generi alimentari alla loro custodia e conservazione, per finire con la preparazione e il servizio delle varie portate.
Vi era l’Ufficio di Cucina, che aveva cura della preparazione delle numerose pietanze costituenti i pasti del re e della sua corte.
L’Ufficio di Frutteria, Confetteria, Caffè provvedeva, invece, all’acquisto di frutta, diablottini, cioccolato, latte, crema, farina per confezionare torte e dolci di ogni genere, caffè, tè e generi coloniali.
L’Ufficio di Someglieria era responsabile della distribuzione di vini e liquori, del loro acquisto e della loro conservazione.
L’Ufficio di Credenza e Vassella, infine, si occupava della compera e della distribuzione del pane per le diverse tavole, della preparazione e del servizio della tavola reale, della pulizia e custodia di piatti, posate, vasellame e lingeria.

Le cucine Reali. La bellissima esposizione di dolci finti. Ho amato moltissimo queste sale perché sono allestite così bene che sembra al loro interno vi sia ancora vita.

Le cucine Reali.
La bellissima esposizione di dolci finti. Ho amato moltissimo queste sale perché sono allestite così bene che sembra al loro interno vi sia ancora vita.

Le cucine Reali. Il forno per il pane

Le cucine Reali.
Il forno per il pane

Le cucine Reali. La ghiacciaia

Le cucine Reali.
La ghiacciaia

Le cucine Reali. I cavi dell'impianto elettrico originario.

Le cucine Reali.
I cavi dell’impianto elettrico originario.

Gli appartamenti del Novecento

Scalone per accedere ai piani superiori.

Scalone per accedere ai piani superiori.

Già occupato nell’Ottocento dal cavaliere d’onore della regina Maria Teresa e, successivamente, dai figli di Vittorio Emanuele II e Maria Adelaide, il secondo piano nobile della residenza venne completamente ristrutturato a partire dai primi anni del Novecento. Il gusto déco di questo periodo caratterizzò fortemente gli ambienti, conferendogli una sobrietà ed un’eleganza più simile alla vita borghese, piuttosto che all’ostentato sfarzo tipico di una residenza reale.

La camera da letto della regina Elena

Visitando questi appartamenti traspare lo stile di vita un po' “borghese” dei Savoia agli inizi del Novecento, meno attento all'osservanza delle rigide regole del cerimoniale e dell'etichetta di corte, e più incline alla vita in privato, in famiglia, lontano dalle mondanità

Visitando questi appartamenti traspare lo stile di vita un po’ “borghese” dei Savoia agli inizi del Novecento, meno attento all’osservanza delle rigide regole del cerimoniale e dell’etichetta di corte, e più incline alla vita in privato, in famiglia, lontano dalle mondanità

La regina Elena scelse, per la propria camera da letto, un’impostazione moderna sottolineata dall’elegante letto matrimoniale a due piazze in stile déco da condividere con il marito, cosa inusuale fino ad allora in contesti analoghi. La stanza presenta, inoltre, un arredo laccato di bianco in stile edoardiano, realizzato dalla celebre azienda inglese Warings&Gillow, che ricorda l’arredo nautico della camera da letto del panfilo reale che ospitò i futuri sovrani durante il loro viaggio di nozze all’isola di Montecristo. In questa stanza, il 15 settembre 1904, Elena del Montenegro diede alla luce l’ultimo re d’Italia, Umberto II.

Il bagno di Umberto II

La stanza, un tempo avente la funzione di anticamera, venne trasformata nel 1930 nel bagno privato del Principe di Piemonte Umberto che incaricò un giovane allievo della scuola d'arte ISIA di Monza, Fiore Martelli (1908-1934), di decorarlo secondo il gusto degli arredi d'interno in stile déco progettati in quegli anni da Giò Ponti.

La stanza, un tempo avente la funzione di anticamera, venne trasformata nel 1930 nel bagno privato del Principe di Piemonte Umberto che incaricò un giovane allievo della scuola d’arte ISIA di Monza, Fiore Martelli (1908-1934), di decorarlo secondo il gusto degli arredi d’interno in stile déco progettati in quegli anni da Giò Ponti.

Realizzato nello spazio che precedentemente ospitava un’anticamera, la sala da bagno fu realizzata nel 1930 su volere del principe Umberto II incaricando Fiore Martelli, allievo presso l’ISIA di Monza, per la realizzazione delle carte da parati; del suo maestro Giò Ponti, invece, sono gli arredi e i sanitari in stile déco. Come per la coeva sala da bagno della regina Elena, anche qui sono presenti le maggiori innovazioni tecnologiche dell’epoca come l’impianto di acqua corrente, il riscaldamento e il pavimento in linoleum.

La Galleria di Eolo

Galleria di Eolo L'opera che mi ha più colpita del Castello è stata la Dama Velata di Raffaele Monti, completamente scolpita nel marmo.

Galleria di Eolo
L’opera che mi ha più colpita del Castello è stata la Dama Velata di Raffaele Monti, completamente scolpita nel marmo.

Galleria di Eolo

Galleria di Eolo

Mentre gli uomini giocavano a biliardo nella stanza vicina, le dame s’intrattenevano in questa sala chiacchierando e giocando a carte (molto amato era il whist ), a dama o a scacchi. Qui vi erano infatti diversi tavoli da gioco e divani. La galleria è chiamata “di Eolo” per le scene omeriche del soffitto dipinte da Carlo Bellosio, che hanno come protagonista Ulisse e il dio dei venti.

Lo spazio ospita due interessanti sculture ottocentesche: La Preghiera del Mattino del Simonetta e La Dama Velata di Raffaele Monti. La galleria è anche detta “della cappella” perché conduce alla tribuna reale del piccolo oratorio

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Galleria di Eolo

La Sala da Biliardo

La sala da Biliardo

La sala da Biliardo

Nel progetto originario Melano-Palagi, questo ambiente doveva essere adibito a sala da trucco. Successivamente, Carlo Alberto volle che fosse allestito come sala da gioco

Dettaglio Biliardo

Dettaglio Biliardo

dedicata allo svago, al divertimento e in particolare al gioco del biliardo. Il biliardo era uno dei passatempi maschili preferiti a corte che, insieme ai giochi con le carte, allietava le serate del re e dei suoi ospiti.

Nel centro dell’ambiente troneggia il bellissimo biliardo, disegnato da Palagi, retto da possenti leoni in bronzo. Affianco vi sono il pannello di conteggio con due orologi per misurare i tempi di gioco, un supporto per le stecche e, accostati alle pareti, diversi busti e alcuni divani, che consentivano di seguire le partite da seduti.

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Sala da Biliardo

Esterni

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Una planimetria dell’intero parco e delle strutture

Il parco

Una piccola parte del vastissimo parco.

Una piccola parte del vastissimo parco.

Real Parco di Racconigi

Real Parco di Racconigi

Il castello si affaccia a nord verso un imponente parco alla francese di circa 170 ettari, delimitati da un muro di cinta lungo in totale 6 km. Alla fine del Seicento il parco appariva secondo il rigore geometrico conferitogli dall’architetto francese André Le Nôtre, medesimo autore dei giardini della Reggia di Versailles.

Circa un secolo dopo, su volere della principessa Giuseppina di Lorena-Armagnac, il parco vide una trasformazione ad opera di Giacomo Pregliasco, che ne riprogettò una parte offrendo nuovi percorsi immersi in una natura rigogliosa ed apparentemente selvaggia. Il completamento del parco in stile romantico, come appare oggi, lo si deve a Carlo Alberto, che nel 1836 affidò i lavori al paesaggista prussiano Xavier Kurten. Questi si dedicò alla risistemazione del lago, dei viali e dei corsi d’acqua e, con l’aggiunta di ponticelli, colline e nuovi filari d’alberi, ne fece un tipico parco del XIX secolo.

Real Parco di Racconigi

Real Parco di Racconigi. Un altro piccolo fabbricato decorativo che fu realizzato per il giardino di Giuseppina di Lorena nelle forme di una casa rustica. Usata come voliera all’epoca del re Carlo Alberto, in occasione della visita dello zar Nicola II Romanov la casa del contadino prese il nome di dacia russa . L’edificio, restaurato, ospita oggi la biblioteca del parco.

Al Kurten successero nella direzione del parco i fratelli Roda: Marcellino dal 1843 al 1859 e Pietro Giuseppe dal 1860 al 1870. Sotto la loro conduzione il parco reale acquistò fama a livello europeo per la vasta produzione di fiori rari e piante da frutto esotiche che i due fratelli coltivavano nei giardini a fiori e a frutta e nella nuova serra riscaldata voluta da Carlo Alberto.

Tra l’Ottocento e il Novecento il parco fu utilizzato prevalentemente come riserva di caccia e tenuta agricola, tanto da riservarne alcune piccole porzioni a coltivazioni di mais e cereali. Tuttavia, dal secondo conflitto mondiale in avanti si verificò una certa carenza di manutenzione e un progressivo stato di abbandono.

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Real Parco di Racconigi

Dalla riapertura del castello nel 1994 in poi, anche il parco è stato oggetto di una serie di attenti interventi di recupero, volti a riportarlo all’aspetto conferitogli da Kurten nell’Ottocento. Nuovamente visitabile, il parco offre una grande varietà di specie vegetali e di animali protetti, una rete di viali e sentieri dallo sviluppo complessivo di 25 km, bacini d’acqua (tra cui il lago di 18 ettari di superficie), grandi aiuole fiorite e, come il castello, è abituale luogo di attività ed eventi culturali.

Nel 2010 il parco è stato scelto tra i primi dieci finalisti e poi decretato vincitore nel concorso I parchi più belli di Italia 2010; sempre nel medesimo anno il parco ha ospitato la Biennale di Scultura Internazionale nell’ambito dell’iniziativa Scultura Internazionale a Racconigi, 2010. Presente ed esperienza del passato.

Flora e fauna

Real Parco di Racconigi

Real Parco di Racconigi

Real Parco di Racconigi

Real Parco di Racconigi

Il parco contiene oltre 2 000 alberi, alcuni dei quali raggiungono altezze superiori ai trenta metri. I più diffusi sono i frassini e gli aceri ma non mancano ippocastani, querce, olmi, carpini, ailanti, platani, tigli e cedri. Sono pure presenti sporadici alberi da frutta quali il melo, il ciliegio e il nocciolo. Gli alberi più grandi presenti nel parco sono un platano orientale alto 42 metri,

Real Parco di Racconigi

Real Parco di Racconigi

il cui fusto a sezione circolare possiede uno sviluppo di circa 6 metri e una zelkova alta 35 metri, di circa duecento anni. Quest’ultima specie botanica, con il suo fusto di 8,45 metri di circonferenza, è l’esemplare più grande del Piemonte.

La parte più interna del parco è popolata di varie specie di uccelli: aironi cinerini, garzette, anatre, nibbi bruni, poiane e picchi. Le ormai rinomate cicogne di Racconigi, invece, nidificano soprattutto sulle cuspidi della Margarìa e sui comignoli del castello. Oltre agli uccelli è segnalata la presenza di scoiattoli e persino di tassi e volpi.

Il meraviglioso Parco di Racconigi

Il meraviglioso Parco di Racconigi

I canali del parco

Real Parco di Racconigi, Canali.

Real Parco di Racconigi, Canali.

Come detto, il parco è attraversato da una rete di canali che convergono consentendo il costante ricambio idrico del lago, altrimenti destinato all’evaporazione o all’impaludamento. Tale sistema di canalizzazioni attinge l’acqua dal vicino torrente Maira per mezzo del canale della Brunetta, che poi provvede a smistarla ai vari canali secondari che solcano il parco. In riva al lago fu anche allestita una piccola darsena, non più fruibile, per l’ormeggio di piccole barche per le gite sul lago e nei canali.

Real Parco di Racconigi, Il Lago.

Real Parco di Racconigi, Il Lago.

Edifici presenti nel parco

La Grotta del Mago Merlino, ovvero un piccolo tunnel artificiale rivestito di intonaco, con stalattiti e stalagmiti provenienti dalle grotte di Bossea e pietre luccicanti. La grotta è dedicata alla leggendaria figura di Merlino, il quale sarebbe stato sedotto da una donna, la Dama del Lago, che gli avrebbe fatto perdere i propri poteri; la grotta aveva perciò la funzione simbolica di evocare la leggenda ai sovrani sabaudi, per preservarli da controproducenti passioni amorose.

La Grotta del Mago Merlino, ovvero un piccolo tunnel artificiale rivestito di intonaco, con stalattiti e stalagmiti provenienti dalle grotte di Bossea e pietre luccicanti. La grotta è dedicata alla leggendaria figura di Merlino, il quale sarebbe stato sedotto da una donna, la Dama del Lago, che gli avrebbe fatto perdere i propri poteri; la grotta aveva perciò la funzione simbolica di evocare la leggenda ai sovrani sabaudi, per preservarli da controproducenti passioni amorose.

Nella seconda metà del Settecento l’architetto scenografo Giacomo Pregliasco, contestualmente alla risistemazione di parte del parco in stile romantico, realizzò piccole ma significative costruzioni come la Palazzina Svizzera presso l’ingresso orientale del castello e la Fagianaia, per l’allevamento di fagiani e colombi.

Altro edificio di spicco è il Tempietto dorico, volutamente incompleto per dare un effetto di rovina sopravvissuta fino ai nostri giorni, posto su una collinetta in riva al lago. Questo luogo tipicamente romantico era caro alla nonna di Carlo Alberto, Giuseppina di Lorena-Armagnac ed ospita la cosiddetta Grotta del Mago Merlino, ovvero un piccolo tunnel artificiale rivestito di intonaco, con stalattiti e stalagmiti provenienti dalle grotte di Bossea (nelle valli del Monregalese) e pietre luccicanti. La grotta è dedicata alla leggendaria figura di Merlino, il quale sarebbe stato sedotto da una donna, la Dama del Lago, che gli avrebbe fatto perdere i propri poteri; la grotta aveva perciò la funzione simbolica di evocare la leggenda ai sovrani sabaudi, per preservarli da controproducenti passioni amorose.

La Margarìa

La Magaria

Degna di attenzione nel parco è pure la dacia russa, una precedente costruzione riadattata secondo i gusti dello zar Nicola II il quale, nei giorni in cui fu ospite a Racconigi, vi prese soggiorno con la sua corte. La struttura è sede della biblioteca del parco.

Di grande pregio è il complesso rurale cosiddetto della Margarìa, cascina in stile neogotico progettata dal Palagi e precursore delle moderne aziende biologiche. Ubicata all’estremità nordoccidentale del parco, essa è caratterizzata dall’integrale rivestimento in mattoni e l’ampio portico interno. Nella torre di destra del prospetto principale della Margarìa è conservato il Reposoir della Regina, contenente arredi in stile neogotico di Gabriele Capello. All’interno del complesso della Margarìa sorge anche l’elegante struttura delle Serre Reali, opera di Carlo Sada, con un sistema di riscaldamento all’avanguardia per l’epoca.

La fontana

La fontana

In ultimo vi consiglio di visitare la Bottega Reale dove potrete trovare un piccolo souvenir da portare via con voi. La gentilissima signora che troverete lì vi accoglierà dandovi tutte le informazioni che desiderate. Potrete trovare persino dell’ottima cioccolata aromatizzata alla menta, delizioso il pacchetto con tante qualità di cioccolato diverso. Creme al tartufo, oggettistica, magliette e tanto altro.

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Bottega Reale

Apertura

Castello

Da novembre a marzo: è aperto nei giorni di mercoledì, venerdì, sabato e domenica, dalle ore 9.00 alle ore 19.00.

Reposoir della Regina

Reposoir della Regina

Da aprile a fine ottobre: è aperto dal martedì alla domenica compresi, dalle 9.00 alle 19.00.

Parco

Il Parco Reale del Castello di Racconigi è aperto al pubblico, indicativamente da fine marzo a fine ottobre.

La chiusura del Parco sarà stabilita in considerazione delle condizioni atmosferiche al fine di poter permettere al pubblico di usufruire di belle giornate autunnali. Per informazioni si prega di contattare direttamente il Castello.

É visitabile dal martedì alla domenica, dalle 10 alle 19. La biglietteria chiude un’ora prima.
Con l’ora solare, l’orario è 10-18 (la biglietteria chiude un’ora prima).
Chiuso il lunedì.
Gli orari potranno subire variazioni, a causa di esigenze di cantiere e in relazione alle condizioni atmosferiche. In caso di condizioni climatiche avverse, il parco può essere chiuso anche senza preavviso.

Biglietto

Le Serre Reali notte

Le Serre Reali notte

Castello

Biglietto d’ingresso: il prezzo è di € 5.00
Riduzione del 50%: per ragazzi di 18 – 25 anni
Ingresso gratuito la prima domenica di ogni mese in riferimento al Decreto Franceschini (Decreto del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo 27 giugno 2014n. 94)
Gratuito ai cittadini UE al di sotto dei 18 anni, ai docenti e studenti delle facoltà di Architettura, Lettere e Filosofia, ai titolari della Tessera Musei Piemonte – Torino.

Parco

Biglietto d’ingresso: il prezzo è di € 2.00
Riduzione del 50%: per ragazzi di 18 – 25 anni
Ingresso gratuito la prima domenica di ogni mese in riferimento al Decreto Franceschini (Decreto del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo 27 giugno 2014n. 94)
Gratuito ai cittadini UE al di sotto dei 18 anni, ai docenti e studenti delle facoltà di Architettura, Lettere e Filosofia, ai titolari della Tessera Musei Piemonte – Torino.

Visitatori Occasionali & Visite Guidate

Magarìa notte

Magarìa notte

VISITATORI OCCASIONALI
L’accesso al Castello è previsto con visite accompagnate dal personale di vigilanza  in gruppi di massimo 25 persone.
Dal martedì al venerdì la visita avviene con partenze ad orari stabiliti: 9.00, 10.30, 12.00, 14.00, 15.30, 17.00, 18.00.
Il sabato e la domenica gli orari di partenza delle visite sono intensificati in relazione all’affluenza del pubblico.
Tali ingressi sono riservati ai visitatori occasionali e non sono prenotabili.

Le stupende cicogne che nidificano a Racconigi e che potete ammirare nel parco.

Le stupende cicogne che nidificano a Racconigi e che potete ammirare nel parco.

GRUPPI ORGANIZZATI
I gruppi organizzati devono accedere alla visita del Castello con partenze al di fuori degli orari sopra indicati e devono essere muniti di una propria guida turistica professionale, tenendo conto che le normative di sicurezza impongono che ogni gruppo di visita non superi le 25 unità e che la durata della visita deve essere contenuta entro h. 1.15 per garantire l’ordinato susseguirsi dei gruppi.
E’ necessario prenotare l’orario di ingresso della visita da parte del gruppo in uno dei seguenti modi:

telefonando al numero 0172-84595 preferibilmente nei giorni di martedì, mercoledì, giovedì, dalle ore 9.00 alle 12.30;
inviando una mail all’indirizzo sbap-to.racconigiprenotazioni@beniculturali.it
Per prenotazioni
L’orario dedicato alle prenotazioni è limitato ai seguenti orari:
MARTEDÍ, MERCOLEDÍ E GIOVEDÍ dalle ore 9.00 alle 12.30
sbap-to.racconigiprenotazioni@beniculturali.it
Numero telefonico riservato alle prenotazioni: 0172.84595

L’accesso al Castello è regolato da visite accompagnate in gruppi di massimo 25 persone.

Info

Serre Reali

Serre Reali

Castello di Racconigi: Via Morosini 3, 12035 Racconigi (CN)

Tel . 0172-84005 Fax: 0172-811531

E-Mail sbap-to.racconigi@beniculturali.it

Sito Web http://www.ilcastellodiracconigi.it/ita/index.htm

Chi desidera visionare il mio album di foto di quella giornata può andare QUI

Purtroppo era brutto tempo, anche se non ha piovuto ed inoltre mi si è anche scaricata la batteria quindi mi sono arrangiata un po’ per fare le foto.

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20 thoughts on “Il Castello di Racconigi

  1. Cara Laura mi è sembrato proprio di visitare il Castello di Racconigi insieme a te, insieme ci siamo soffermate nelle stanze, nelle cucine, davanti gli affreschi. E infine al Parco.
    Quando ho aperto gli occhi ho capito che avevo letto una bellissima recensione di un altrettanto magnifico Castello. Di tutto questo voglio ringraziarti, mi hai fatto vivere qualche minuto di autentica gioia.
    Mi dispiace tanto per il pranzo, non avrei mai immaginato una simile caduta di stile, peccato per loro!
    Un abbraccio grande ❤
    Affy

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  2. Pingback: La cucina ~ Stanze Piano Terra ~ La Casa Vittoriana | Racconti dal passato

  3. … sono rimasta impressionata da tante cose.. dalla scultura della donna velata. alla sala di Diana, preziosissima! L’appartamento cinese, che tanto m’incuriosiva, è stato davvero curioso da vedere.. Mai mi sarei aspettata ambienti simili in un castello italiano.. Ti dirò, mi ha anche strappato una risatina perchè un filino kitch lo era 😀 Bellissimo invece il Gabinetto etrusco.. caspita quello proprio mai avrei immaginato che potesse esserci.. Infine, molto belle le serre.. Bacioni

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